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Apr 06, 2013 Il Posto dove Andare, Le rubriche di flip
Si può chiamare ristorante, trattoria, osteria, taverna, hostaria, secondo una consuetudine che in Italia identifica in ogni caso un locale, dove si va a fare una pausa, a spezzare o fermare per qualche tempo il ritmo della giornata. Poi, se questa pausa è cercata nelle vie del centro storico di Roma, le aspettative di chi entra in un locale a pranzo o cena sono una miscela di sensazioni, che vanno dalla autenticità , a un po’ di simpatia,da certi piatti che sono targati solo Roma, a una certa empatia che alcuni locali della capitale sanno trasmettere.
Nel cuore della città, ci sono per la gioia dei visitatori ancora una manciata di posti dove andare, senza incappare in trappole turistiche, fine a se stesse. A livello personale sono trent’anni che frequento le trattorie capitoline e ogni volta chiedo sempre a Roma di nun fa la stupida stasera e di accogliermi nel suo grande e caldo abbraccio. Tra le trattorie del centro storico, una è lì da alcuni decenni, vicino alla Fontana di Trevi e alla sede del quotidiano Il Messaggero. Quando entri e ti accoglie questo posto raccolto, semplice, ma molto caldo, ti potresti aspettare da un momento all’altro che facesse capolino il sorriso triste e affascinante di Marcello Mastroianni, in compagnia di un Federico Fellini chiacchierone , con la sua sciarpa avvolgente e il cappello da romagnolo freddoloso. Siamo alla Trattoria della Stampa e il ricordo va subito a Toto Bucci, proprietario attento ai dettagli, burbero e simpatico, dai baffi imperiosi, che ci ha lasciato il suo locale e i suoi familiari. Lui non c’è più, ahinoi, ma in sala c’è il sorriso e la praticità di Carla, mentre in cucina troviamo la moglie Bruna e il figlio Augusto. Un trio ben assortito che porta avanti la tradizione e il ricordo del babbo e marito. Qui si viene a mangiare un primo abbondante e succulento, un’amatriciana da sogno, tonnarelli cacio e pepe che rimangono impressi, una carbonara che ti fa star bene. Poi si viene per i carciofi alla romana, ottimi e per alcuni secondi degni di nota e, per chi ha girato tra le bellezze di Roma tutto il giorno o ha lavorato sodo, non mancano alcuni antipasti e dolci buoni e sazianti. Insomma, si mangia con piacere e la cucina è lì e si vede Bruna che mette la pentola sul fuoco, cala la pasta, mescola il condimento. Sì è in famiglia e si sta bene, ci si rilassa e il tempo sembra volare. Vengo qui da oltre vent’anni e vi consiglio di seguirmi, abitanti de Roma Bella e turisti, lavoratori e amanti delle vestigia di Caput mundi. Vi troverete bene e, uscendo, tra i vicoli di Roma, vi riconcilierete un bel po’ con la vita.
Mauro Pecchenino
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