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FASHION, dalla Condé Nast la fotografia di moda
Foto di Rosita Giammarino per FlipMagazine
Fotografie in bianco e nero, a colori, digitalizzate o analogiche, tutte con lo stesso fil rouge: raccontare la moda attraverso le immagini.
Questa straordinaria selezione di fotografie, a cura di Nathalie Herschdorfer, è in calendario fino alla prima settimana di aprile presso la Fondazione Forma per la Fotografia a Milano e presenta un secolo di cambiamenti, con grandi nomi dello scenario fotografico di moda.
La mostra FASHION, esibisce gli archivi di Condé Nast di New York, Parigi, Londra, Milano, fulcri e palcoscenici di artisti che fanno della fotografia di moda un vero e proprio linguaggio artistico, ciascuno con la sua libera interpretazione, frutto del genio creativo ma anche dell’utilizzo diversificato dell’apparecchio fotografico. Si parte dai primi scatti del Barone Adolf De Meyer nel 1913 per Vogue, che cominciò ad unire la ritrattistica sociale al nuovo genere della fotografia di moda. Si passa poi ad altri maestri che sono riusciti a suscitare da un’immagine un vero e proprio modello di stile. Una rassegna imprescindibile, da Edward Steichen a Man Ray, fino a Erwin Blumenfeld con la sperimentazione in camera oscura e Irving Penn con il suo stile minimal, attraversando poi gli anni ’50, periodo in cui i fotografi iniziarono ad essere ispirati dall’estetica di strada, concentrandosi sui giovani. Si passa poi gli anni della New Wave, quando nel 1966 Richard Avedon arrivò a Vogue dopo essere stato fotografo per Harper’s Bazaar, giungendo fino agli anni ’80, ai ritratti dei corpi perfetti delle top model di Peter Lindbergh e Paolo Roversi. E infine gli scatti di Miles Aldridge che si soffermano su quella linea sottile tra finzione e realismo immortalando corpi plastici, talvolta artificiali.
Una mostra quindi che racconta tante personalità di artisti fotografi, ciascuno con il proprio stile, che danno corpo a sogni e visioni e decifrano diverse correnti culturali, artistiche e sociali. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia della fotografia di moda, che Condè Nast sin dal principio è stata in grado di cogliere nella sua eloquenza e potere, per creare il successo dei magazine diventati nei decenni “bibbia” dello stile.
Erika Grupillo
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