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NO!: La cucina in TV, master chef di cosa?
In Italia si mangia troppo e spesso anche male, nonostante sia il Paese con la cucina migliore del mondo. Però in televisione tutti parlano di cibo, i programmi di cucina si sprecano e fanno tutti schifo o quasi. In Italia non ci sono più cuochi, ma solo chef, che cucinano roba solo da guardare, ma che è meglio lasciare nel piatto.
L’ispirazione di questa anomalia nei programmi arriva dal Regno Unito. Là da sempre il cibo è un fatto accessorio. Si mangia qualcosa in famiglia nel fine settimana, ma per il resto, qualche sandwich, un po’ di verdura scondita e qualche uovo hanno sempre dato energia agli anglosassoni. Poi ci sono state due persone, una donna e un uomo che hanno trasformato il cibo in business, una in particolare Nigella Lawson è diventata un personaggio mediatico con un seguitissimo programma di cucina. Il secondo, un regista, Franc Roddam, ha inventato agli inizi degli anni Novanta Master Chef, diventato negli anni un programma di successo nel mondo. Non è difficile capire, per chi conosce gli Inglesi, il perché di questa genesi. Loro quando non sanno nulla di un argomento, in questo caso la cucina, si incuriosiscono, vogliono sapere e imparare, così più per cultura che per voglia di mangiare e cucinare.
In Italia i programmi di cucina sono inguardabili.
Uno solo arriva alla sufficienza, quello di Benedetta Parodi, una che si è inventata l’idea di cucinare dal nulla e fa un programma simpatico, dove pasticcia, fa casino con gli ingredienti, è empatica con lo spettatore e a modo suo diverte. Una qualunque, si potrebbe dire. Gli altri, forget them.
Uno in particolare, la versione nostrana di Master Chef, è il peggiore di tutti. Tre tizi, fanno i maleducati e i cafonazzi (e magari lo sono sul serio) e i cosiddetti allievi se ne fanno dire di tutti i colori, senza batter ciglio. Sembra l’immagine dell’Italia: da una parte i politici arroganti e inutili (i tre gonzi, con barbone, pelata e occhialoni rotondi) e dall’altra gli Italiani che devono subire senza poter far nulla.
Veramente una miseria televisiva.
Chantal Fortini
happy wheels
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L’Editoriale – di Mauro Pecchenino
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