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Feb 01, 2013 Cosa bolle in Pentola
Foto di Marco Sberveglieri
Dove sta puntando la società di Cupertino i capitali futuri? Da quello che si legge in questi mesi la Apple vuole invadere il mercato cinese di iPhone, puntando sul fatto che il popolo orientale predilige la mobilità sempre connessa e sta abbandonando il mondo dei computer tradizionali.
Quindi il futuro è mobile: iPad, iPhone e iPod entreranno nelle mani di milioni di cinesi prima di quanto possiamo aspettarci, l’unico vero problema che si pone è il prezzo: i cinesi sono un popolo molto vasto ma, abbastanza povero. Alcuni ipotizzano un iPhone economico, soluzione abbastanza deludente per gli standard elevati della società ,ma forse l’unica praticabile. Per raggiungere un mercato così vasto bisogna produrre qualcosa di accessibile (se non a tutti a molti), in modo da ottenere un vantaggio competitivo dominante.
Da una recente ricerca con Google Trends sembra che l’Oriente preferisca nettamente i prodotti Apple ai similari dei concorrenti, per cui si tratterebbe di sfondare una porta aperta, ma è una mossa da compiere rispettando sempre i canoni e gli standard che da anni caratterizzano la società.Un altro segno della direzione che sta intraprendendo Apple verso il mobile è l’abbandono momentaneo della linea Mac Pro, i desktop a torretta che hanno rappresentato il simbolo e sogno per i grafici professionisti.
Da anni infatti questa linea professionale completamente personalizzabile (gli unici Mac che si possono aprire e ampliare a piacimento) non riceve novità degne di nota: niente schede madri Ivy Bridge -e quindi niente USB 3.0 e Thunderbolt, le due porte più veloci in circolazione (parliamo di 5 Gbit –teorici-per la prima e di 10 Gigabit effettivi per la seconda), schede grafiche “preistoriche” che non reggono il ritmo con gli aggiornamenti che i programmi impongono (come la suite creativa di Adobe, la CS6).Le uniche modifiche degne di nota riguardano l’aumento dei processori e della Ram, ma la connettività rimane quella del 2008: 4 porte Firewire 800 e USB 2.0 (800 Mbits per la prima e 480 Mbits teorici per la seconda), due standard decisamente giurassici alla luce delle connessioni attualmente disponibili. Ricordiamo che il mercato dei professionisti è sempre stato quello che continuava a sostentare le magre casse di Apple nei periodi della crisi (il periodo che va dall’allontanamento di Steve Jobs fino al suo rientro, nel 1998, dove abbiamo visto cose e scelte improponibili), per cui tirargli un calcio e dirgli “ciao grazie”, pur notando una flessione nel mercato desktop rispetto al mobile, non sembra una scelta percorribile, considerando che si rischierebbe di generare un ritorno di massa a Windows per il settore professionale, riconfermando le cattiverie degli anni passati (Il Mac non è un computer serio, serve solo per giocare). Auspichiamo in un ritorno prepotente di Apple nel settore professionale e osserviamo le strategie future per quanto riguarda il mercato cinese, che a quanto sembra supererà come consumi quello americano, nel giro di un decennio.
Marco Sberveglieri
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