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Gen 28, 2013 Consiglio di Lettura, Le rubriche di flip
Matteo Bondioli’s picture, from Flick.com
I più accusano Amélie Nothomb di aver dato prova di tutto il suo cinismo in queste centotrenta pagine. La trama di Acido Solforico contiene in se stessa tutti gli elementi per supportare l’accusa: durante una tranquilla giornata qualunque alcuni ignari cittadini parigini vengono prelevati con la forza dalle loro attività e rinchiusi in un campo di lavoro. Qui i loro nomi diventano anonime stringhe numeriche e i loro corpi diventano oggetto di quotidiane violenze da parte di un gruppo di feroci kapò. Questi gli ingredienti di Concentramento, un nuovo reality show dal quale non si esce se non come vittime di un’esecuzione capitale.
Protagoniste indiscusse del romanzo sono una bellissima e orgogliosa ragazza che si oppone con astuzia da consumata spettatrice di reality alla sua sorte e riesce ad attirare su di sé l’attenzione delle telecamere, grazie alla disperata affermazione della sua identità negata all’urlo di “Io mi chiamo Pannonique” e la sua carnefice, l’ambigua kapò Zdena.
La Nothomb si conferma dissacrante nell’attaccare i meccanismi che stanno dietro ai reality moderni e che fanno del trash il protagonista indiscusso dell’intrattenimento televisivo dei nostri giorni. Il pubblico si indigna, la stampa li sconfessa eppure l’audience è sempre alle stelle e quello che accade 24 ore su 24 davanti alle telecamere diventa oggetto condiviso delle conversazioni di tutti i giorni in ufficio e in famiglia. Vuoi non sapere quando si sono dati il primo bacio il palestrato e la soubrettina di turno o quali traumi infantili fanno venire gli occhi lucidi al giovane barista di Viareggio? Non facciamo i finti superiori, i dati auditel parlano chiari. Siamo diventati spettatori così esperti che le storie che ci raccontano i film oggi non ci bastano più, per immedesimarci e provare emozioni abbiamo bisogno di vedere la verità, tanto più cruda è meglio è. Come voyeur insaziabili, vogliamo entrare nelle vite degli altri e succhiarne il privato, lo sconveniente, solo quello ci stupisce ancora. E se questo è il meccanismo, è davvero così improbabile che prima o poi la situazione sfugga di mano e la visione della Nothomb diventi realtà? Al pubblico l’ultima sentenza, che si esprime solo attraverso il telecomando.
Barbara Pellegrini
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