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Dic 03, 2012 Attualità, Italia
Chi scrive l’ha sempre sostenuto, fin dai primi giorni: Matteo Renzi ha sbagliato campagna di comunicazione. Non sappiamo, e non ci interessa, chi c’è dietro alla sua attività politica e, in un secondo tempo, alla gara per vincer le primarie (tra l’altro una roba non così importante), ma abbiamo sempre pensato che sia tutto sbagliato. Ha perso, ma se anche avesse vinto, sarebbe stato solo per un caso, legato più ad un fallo di reazione che a un ragionamento. La campagna di Renzi ha sbagliato target, prima di tutto. Poteva beccare qualche deluso della destra e della Lega, ma il PD per vincere deve guardare a sinistra, non al centro e tanto meno a destra. Deve pensare alla gente, non ai fighetti che da sempre a livello di numeri non contano nulla. Deve pensare anche alle osterie e agli operai, a chi non ha lavoro, ai giovani che fanno fatica a trovare una propria strada, alle donne, agli omosessuali. Questo deve fare il PD, altrimenti scimmiotta la destra e fa ridere e perde sempre. Renzi si è proposto come un fighetto con stile all’americana, senza averne le phisique du role e la preparazione. Ha fatto più o meno la campagna di Veltroni e i risultati si erano già visti. Cosa c’entrano le cazzate che copiano (male) l’America con il PD? E poi, Renzi si è proposto come un rampantino, una specie di Berlusconi più pacato e meno grezzo, più casalingo, ma in ogni modo la sua lancia era spuntata. Non ha mai colpito, anche perché non aveva un programma e non aveva idee. L’unica era la rottamazione, un termine volgare che non costruisce, ma pensa solo a distruggere. E in Italia si è già distrutto abbastanza negli ultimi tragici, grotteschi, penosi vent’anni di governi farlocchi. E in ultimo, Renzi non ha capito un aspetto fondamentale: non basta essere anagraficamente giovani per essere vincenti, ci vogliono idee e bisogna farsi un mazzo tanto per riuscire, soprattutto quando non si ha un’esperienza dietro le spalle. Tra l’altro, Matteo Renzi ha l’aria del vecchio stanco, un po’ gobbetto, anche se si presenta scamiciato e con il ciuffetto al vento.
Mauro Pecchenino
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