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Giu 02, 2009 Cosa bolle in Pentola
La finale di Champions League ha messo di fronte le migliori contendenti che ci si potesse attendere.
Da una parte il Manchester United, allenato dallo scozzese Alex Ferguson, veterano della panchina e mister dei Red Devils da decenni, passando per i vari Eric Cantona, David Beckam ed ora, con un Cristiano Ronaldo, attuale detentore del pallone d’oro.
Dall’altra la squadra spagnola, ma simbolo della Catalogna, Barcellona.
Il suo allenatore è un suo ex giocatore, centrocampista “dai piedi buoni”, Josep Guardiola, 38 anni e allenatore “debuttante” e, sin dalla sua prima esperienza da allenatore, già ritenuto pronto a guidare una squadra blasonata e ricca di talenti come quella blaugrana, con la presenza di campioni come Messi ( con molte probabilità prossimo pallone d’oro), Henry, Iniesta ed Eto’o.
L’esperienza di Sir Alex Ferguson contro la “matricola” Guardiola, di fronte a contendersi la Coppa più ambita da ogni squadra europea e quella più agognata da tutti i tifosi che, ogni anno, sognano che a vincere il trofeo, possa essere, la propria squadra.
Eppure ci troviamo di fronte a 2 casi limite e, allo stesso tempo eccezionali, difficilmente emulabili nel calcio e nel mondo del lavoro, in senso lato, di casa nostra.
Pensare che il manager scozzese è alla guida dei Red Devils dal 1986 fino ad oggi, in un regno lungo 23 anni e, destinato come sembra, a durare ancora per i prossimi anni. Pensiamo per un attimo se l’allenatore dell’Inter del 1986, Giovanni Trapattoni, allenasse l’Inter anche oggi, nel 2009.
In questo modo cancelleremo in un colpo solo la presenza dei vari Ottavio Bianchi, Osvaldo Bagnoli, Corrado Orrico, Luisito Suarez, Roy Hodgson, Luigi Simoni, Mircea Lucescu e Roberto Mancini ecc. ecc., molti di questi figure passate senza farsi notare, sulla panchina dei neroazzurri.
Pensate che anche il miglior allenatore del mondo, riuscirebbe mai a resistere per oltre 20 anni sulla stessa panchina in Italia?
Difficile, complicato e praticamente impossibile.
E d’altro canto, chi avrebbe dato la panchina di una grande squadra italiana ad un debuttante, con l’obiettivo dichiarato di vincere il campionato e la Coppa dei Campioni?
Sicuramente si sarebbe detto e scritto che tale allenatore è ancora poco esperto e troppo giovane, che non è in grado di gestire tutti quei campioni eccetera, eccetera.
Guardiola in Italia, forse, avrebbe cominciato con una squadra di serie B o, al massimo, con una matricola di serie A.
Molti anni fa, proprio negli stessi anni in cui iniziava l’avventura sulla panchina del Manchester United, Alex Ferguson, in Italia, un signore sconosciuto di nome Arrigo Sacchi, venne scelto dal presidente del club rossonero Silvio Berlusconi, come nuovo allenatore del Milan.
Eravamo forse più innovativi 20 anni fa rispetto ad oggi? O, almeno nello sport, ogni tanto il signor premier riesce a far centro?
Norman di Lieto
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