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Set 12, 2012 Attualità, Italia
Andrea Russi Picture from Flickr
In barba al Pil che scende, allo spread che sale e all’Imu che incombe, basta passeggiare per il centro di Firenze per imbattersi in turisti provenienti a migliaia da ogni parte del mondo, cinesi, australiani, francesi, americani tutti accorsi per rimanere col naso all’insù di fronte alla cupola di Santa Maria del Fiore, ammirare la perfezione del David, affacciarsi a guardare l’Arno scorrere sotto Ponte Vecchio o, pazientemente, in fila per ore sotto temperature sahariane per visitare gli Uffizi.
Ebbene siamo nel pieno di una crisi economica che riempirà i libri di storia dei nostri figli eppure, ogni giorno, sulla nostra ricchezza camminiamo spesso noncuranti, frettolosi e distratti. L’Italia, da Nord a Sud, è un museo a cielo aperto, pieno di meraviglie artistiche e naturali, più o meno conosciute, da riscoprire e valorizzare; ogni regione, ogni città ha una tradizione enogastronomica dal riconosciuto valore mondiale. Allora, forse, è da se stesso che il nostro Paese può rinascere.
Così se la crisi e i conseguenti tagli di personale hanno costretto in molti ad appendere al chiodo giacche, cravatte e ventiquattrore, basterebbe indossare jeans e scarpe comode e andare alla scoperta di scorci inesplorati, assaporare sapori dimenticati e reinventarsi guide turistiche, ristoratori o gestori di B & B.
E se bisogna ammettere che la fama che vuole gli Italiani un popolo di mammoni non è del tutto infondata, è altrettanto vero che, a volte, non serve andare lontano ma basta guardare fuori dalla finestra, e non vogliamo essere banali e faciloni e avere un po’ di spirito di iniziativa per trovare la propria strada.
Simona Vallarelli
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