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Ago 07, 2012 Attualità, World Wide
Londra
La notizia parte da Bruxelles e fa subito scalpore, poi arriva in Francia e da lì invade la capitale inglese, tutta imbevuta di Olympic Games e piena di uomini e donne di tutte le latitudini. La notizia è ancora una volta sinonimo di maschilismo becero e fine a se stesso, un machismo da latrina che fa schifo.
Sofie Peeters è una giovane donna di origine fiamminga e, in occasione del suo lavoro di fine studi in regia, esce con una telecamera nascosta, in un quartiere poco fuori centro di Bruxelles, Anneesens, a forte presenza magrebina, ma abitato anche da molti belgi.
Registra così le reazioni dei passanti. Lei è graziosa, non particolarmente avvenente e per nulla vistosa. Indossa un casto abito fantasia. Lungo le strade piene di caffè, gli avventori la fermano, le fanno proposte esplicite, la invitano a casa o in albergo e la riempiono di epiteti, che vanno da “bel culetto” a “cagna” e parlano a voce alta, senza pudore, come squallide bestie randagie.
Ci sembra ragionevole fare la tara di queste esperienze: non bisogna esagerare nel fermarsi all’episodio e bisogna stare attenti al razzismo che è sempre dietro l’angolo, in ogni angolo del mondo. Però gli uomini che si comportano così ci sono ovunque nel globo terrestre. Sono uomini che non valgono niente, deboli, che fanno del machismo l’arma spuntata della loro vigliaccheria. In fondo sono solo dei poveri impotenti.
Mauro Pecchenino
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