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Giu 25, 2012 Attualità, World Wide
Mathew Knott’s Picture from Flickr.com
Londra
Nella capitale inglese, in questi giorni in frizzante attesa delle imminenti Olimpiadi, tutto pulsa, più del solito: dai negozi, ai ristoranti, ai luoghi di spettacolo, ai santuari dell’arte. Anche le gallerie private svolgono il loro ruolo, fatto di una cultura che non perde mai di vista la socialità e la sperimentazione, avendo il gusto della ricerca come ingrediente di base. Circa due anni fa ha aperto le porte al pubblico una galleria d’arte, PayneShurvell, che oltre alle esposizioni , da’ anche spazio ad eventi di comunicazione inteso nel senso più ampio e articolato del termine. Siamo nel quartiere di Shoreditch, a nord della città, un tempo zona periferica, con un’etimologia incerta, forse legata ad una sorta di diga ante litteram, oggi quartiere dove, da queste parti, si dice che si trovino a proprio agio in particolare gli hipster, termine di origine statunitense che indica giovani amanti dell’arte, del cinema alternativo e del jazz più sofisticato. In pochi anni, in questa zona sono sorti più luoghi di ritrovo up to date, rispetto a qualsivoglia altra zona della capitale. Qui si cerca la tendenza, di tutto ciò che si vuole. Sere fa, un giornalista di un importante magazine dello spettacolo londinese, ci diceva che basta girare un qualsiasi sabato sera per trovare qui personaggi, novità, idee che poi “verranno fuori”.
Insomma, da queste parti si vive di brutto ed è un piacere venirci, se si vuole passare un po’ di ore con ritmo. Tra le fermate Tube di Liverpool Street, Old street (più lontana) e quella di Shoreditch High street sulla London Overground, PayneShurvell ha costituito una bella novità. I due titolari, James Payne e Joanne Shurvell, lui esperto d’arte e direttore del Garageland Magazine, lei curatrice di grandi mostre e con un interessante esperienza di direttrice di Musei, mescolano arte moderna, nomi da scoprire, installazioni, video, ricerca, grande suggestione. Di recente hanno dato spazio ad un lavoro di Lucy Wood sui drammatici flussi di emigrazione sulle coste della Sicilia. Tra gli artisti che lavorano con la galleria, citiamo: Daisy Delaney, Wrik Mead, Mary Yacoob, Aidan Mc Neill.
Un posto da vedere e vivere, per chi non si ferma a Piccadilly Circus.
Mauro Pecchenino
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