Ultimo Aggiornamento giovedì 7 Novembre 2024, 10:48
Giu 19, 2012 Attualità, Italia
Il terremoto a Rovereto s/S ha minato le certezze e ha spazzato via una vita di lavoro, costruzione e di sogni; perfino chi aveva deciso di unirsi alla comunità ha assistito, impotente, allo sgretolarsi di un nuovo complesso residenziale appena finito di costruire. Le persone urlanti per le strade, le case dilaniate da crepe a X che salivano come lucertole fino al soffitto, gli edifici del centro che si sgretolano, le urla del parroco sotto il crollo del tetto della Chiesa, nel vano tentativo di proteggere la Madonnina tanto cara ai nostri concittadini.
È la storia di chi non ha più nulla, di chi guarda con uno sguardo di speranza i numerosi volontari che portano soccorso e un sorriso alla popolazione terremotata, di chi deve trovare la forza di ricostruire e ricominciare con una terra ancora pulsante, vibrante, viva sotto i piedi.
Sono i sogni di una vita che cedono sotto il peso dell’incombente realtà, le difficoltà quotidiane che ci riportano ad una vita da campeggio senza il minimo indispensabile.
L’Emilia, terra di motori e forti passioni culinarie, risorgerà certamente da una disgrazia simile: siamo stati abituati a credere nel potenziale delle persone, prima ancora che nelle macchine. È forte la voglia di scrivere una nuova pagina della nostra storia, di voler dipingere a colori nuovi la tela del nostro futuro, di voler ripartire sotto il peso delle lacrime di chi ha visto crollare le proprie certezze in pochi secondi.
È il bisogno di credere che non sia finito tutto qui, che oltre al buio ci sia una luce.
Nel ringraziare tutti i volontari che ci hanno soccorso in questi giorni vi saluto dal fronte, sperando in giorni migliori.
Marco Sberveglieri
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