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Apr 26, 2012 Attualità, World Wide
SAL1’s Picture from Flickr.com
Per raccontare la campagna elettorale in Francia dovremmo partire da 2 tweet, uno scritto dal Direttore del nostro giornale Mauro Pecchenino e l’altro scritto dal Direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli.
Ora, che i due si conoscano da una vita è un semplice dettaglio e crediamo possa essere interessante riportarne i “cinguettii”.
Scrive Mauro Pecchenino sul profilo Twitter di FlipMagazine “Lavoriamo con i Francesi da 30 anni, ci abitiamo ogni tanto in quella terra e la frequentiamo da 40 anni: mai vista una Francia più depressa” e poco prima il Direttore del quotidiano di via Solferino scrive: “Sarkozy ha avuto una grande fortuna in questi anni. La presenza di Berlusconi gli ha risparmiato molte, fondate, critiche europee”.
La Francia si avvicina al ballottaggio del prossimo 6 maggio con un dato iniziale che ha portato la destra, della figlia di Le Pen, ad ottenere il 20% dei consensi.
A chi andrà quel bottino così cospicuo?
Marine Le Pen non dà per scontato che vadano al marito di Carla Bruni, e, d’altra parte, perché dovrebbero finire in dote al candidato socialista ex signor Royal?
La Francia arriva all’appuntamento politico con le urne, non proprio in ottima salute.
Sarkozy pare più famoso nelle istituzioni europee che in Patria, anche grazie all’asse di ferro con il Cancelliere tedesco Angela Merkel ( a proposito se dovesse perdere le elezioni il piccolo Nicolas, da chi cercherà sponde politiche la tedesca di ferro, forse da Mario Monti ? )
I sondaggi dicono che se dovesse perdere non sarebbe certo perché i francesi siano entusiasti di François Hollande, ma per il semplice motivo di non volere più tra i piedi il Presidente coi tacchi, made in France.
Lo stesso Hollande, arriva ad essere candidato all’Eliseo, dopo aver fatto da uomo ombra all’ex moglie Ségolène Royal che perse le precedenti elezioni proprio contro Sarkozy.
E sempre Hollande si ritrova, in un certo senso, protagonista per caso, dato che i socialisti volevano candidare l’ex Presidente del Fmi, Strauss-Kahn caduto in disgrazia per un presunto stupro nei confronti di una cameriera di un Hotel di New York ( accuse poi cadute ).
Hollande, in questo scenario politico, vincerà il ballottaggio, salendo all’Eliseo?
E lo stesso Nicolas potrà farcela nell’impresa kamikaze di essere sconfitto più da se stesso e dal suo pessimo Governo, che dal suo rivale socialista?
Sarkozy riuscirà ad essere ancora fortunato così come gli è accaduto in questi anni e vincere, nonostante tutti i sondaggi lo diano per sconfitto?
E ancora, proprio come dice Ferruccio de Bortoli, ora che non c’è più Berlusconi, le critiche che dovrebbero essergli legittimamente rivolte, saranno ancora una volta eluse ?
L’ago della bilancia rimane Marine Le Pen, il cui exploit risulta ancora maggiore di quello che ottenne il padre, quando con una percentuale minore ottenuta oggi dalla figlia, riuscì ad entrare al Governo proprio per i voti indispensabili che aveva portato ai neogollisti.
La combattiva Le Pen non dà per scontato nulla, intanto quel 20% che i francesi hanno dato al Fronte nazionale, deve portarci a due riflessioni: la prima ci porta a pensare ad una sorta di nuova xenofobia e di voglia di respingere l’immigrato, dopo il caso del terrorista di Tolosa e della strage da lui compiuta che ha portato il terrore e lo choc dentro i confini transalpini.
La seconda è che forse la crisi economica che morde e colpisce le fasce più vulnerabili, aumentano la paura e l’intolleranza verso chi ci potrebbe portare via quel ( poco ) che si crede di avere.
Le urne del 6 maggio dovrebbero darci una risposta a questi e altri interrogativi, anche se in ogni caso non ci sembra che per la Francia si possa prevedere un immediato, roseo futuro.
Norman di Lieto
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