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Apr 11, 2012 Attualità, Italia
Franco Folini’s Picture from Flickr.com
In Italia di solito i referendum non hanno grande fortuna.
Se da una parte non si riesce ad ottenere il numero legale di firme necessarie per presentare un quesito, dall’altra il rischio peggiore è che una volta ottenute, non si raggiunga il quorum necessario del 50% aventi diritto più uno, per far abrogare una legge per volontà popolare.
Ma solo in Italia siamo riusciti ad arrivare ad una terza via, che è quella che permette ad un referendum di abrogare una Legge e, poco tempo dopo, ai legislatori di farne un’altra che sbugiardi la volontà popolare.
E’ il caso della legge truffa ai danni dei cittadini sui Rimborsi elettorali che ha sostituito quella sul Finanziamento pubblico ai partiti, da cui era partita Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica.
Su queste colonne, dalla nascita di Flipmagazine, abbiamo scritto diverse volte e, soprattutto, in tempi non sospetti, che la Seconda Repubblica era riuscita nel compito di essere peggiore della Prima e, visti gli ultimi avvenimenti, non ci sbagliavamo.
Se partiti come Forza Italia, Alleanza Nazionale da una parte confluiti nel PDL e Margherita e Ds a loro volta spariti e confluiti nel PD, ancora oggi ricevono rimborsi elettorali milionari pur non esistendo di fatto e, se anche tutti gli altri Partiti continuano a ricevere somme spropositate, la truffa ai danni della collettività ci pare evidente.
Se poi, i rimborsi che ricevono dallo Stato (dunque dalla collettività ) vengono elargiti senza tenere conto delle spese effettivamente sostenute, la legge truffa ha i contorni di un illecito legalizzato, a favore dei partiti.
Se ancora, gli stessi bilanci non vengono certificati, non esiste un bilancio sociale, o un organismo esterno indipendente che ne visioni i conti e ne certifichi la validità, cosa che oggi non accade, ci si trova con i partiti politici che vivono in una sorta di Eldorado iperprotetto fatto di impunità, il tutto ci appare come l’ennesima truffa di pochi eletti. Eletti? Se si guarda alla Legge elettorale odierna, dovremmo definirli nominati, ma questa è un’altra storia, nei confronti del popolo bue.
E se in tempo di austerity e crisi economica, con molti Italiani che non arrivano a fine mese, la notizia è che a breve i partiti politici otterranno rimborsi milionari per le spese elettorali del 2008, la rabbia sale.
Perché non restituire allo Stato tutto ciò che i partiti non hanno effettivamente speso? Tutto questo potrebbe significare che il vento in Italia stia cambiando davvero, ma ci sembra un’utopia, come quella che alcuni si possano laureare senza studiare e comprando il titolo accademico a suon di centinaia di migliaia di Euro, se possibile, all’estero. Anche se la cronaca recente racconta tutto questo.
Norman di Lieto
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