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Nicola De Maria e la Transavanguardia che impressiona e conquista
Amore (1981)
Due elementi rossi, rotondeggianti e imperfetti, seppur nell’immobilità di un’enorme tela, sembrano avvicinarsi, attrarsi in un mare verde smeraldo.
L’opera appena descritta, di forte impatto sullo spettatore, bene esprime alcuni degli elementi che contraddistinguono il linguaggio artistico di un grande maestro come Nicola De Maria.
Tele di medie e grandi dimensioni, esplosione di colore, incisioni, elementi materici, parole, paesaggi immaginari, ludici e infantili, definiscono indiscutibilmente l’artista come il più astrattista dei cosiddetti “magnifici cinque” della Transavanguardia Italiana.
Il movimento artistico, teorizzato da Achille Bonito Oliva, è presentato nella travolgente collettiva al Palazzo Reale di Milano fino al prossimo 22 Aprile.
Un excursus estremamente interessante che ripercorre attraverso le opere di De Maria, Chia, Clemente, Cucchi e Paladino l’evoluzione e l’atipicità, per certi versi, di uno degli ultimi movimenti artistici italiani davvero degni di nota.
Ciascun protagonista crea un suo codice, una sua poetica marcatamente soggettiva, che però si ispira ai valori centrali della Transavaguardia definiti da Oliva. Gli artisti del movimento, infatti, pur mantenendo la propria individualità, si allontanano dal concettualismo, ormai poco impattante e privo di contenuti e recuperano la tradizione pittorica in chiave dissacratoria, ironica e a tratti aggressiva.
Un evento culturale che, dalla sua inaugurazione, continua a riscuotere un grande successo di critica e pubblico. Una mostra che avvicina, impressiona, conquista e fa inaspettatamente riflettere anche sulla nostra contemporaneità.
Cari lettori, il nostro consiglio e invito ve lo facciamo attraverso le parole di uno dei più singolari critici d’arte italiani, nonché ideatore del movimento e curatore della mostra:
“L’arte non modifica il mondo, ma migliora l’umanità!”
(Achille Bonito Oliva)
Eleonora Dafne Arnese
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