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Mar 06, 2012 Attualità, Italia
Ghirolfo53’s Picture from Flickr.com
Il Castello di Rivara è molto più di una dimora storica, è un complesso architettonico che fa da sede ad un interessante progetto artistico. Questa tipica residenza nobiliare, nata nel 1163 nelle valli del Canavese a 30 chilometri da Torino, è stata trasformata da costruzione inutilizzata e in decadenza in una location in cui ospitare artisti per un periodo della loro vita, al fine di consentire loro di realizzare mostre e progetti di arte contemporanea. A questa attività si affianca anche quella di polo museale e di archivio storico dell’arte del nostro tempo. La struttura ha una lunga e intensa storia che ha contribuito a segnarne le fattezze. Nata come edificio medievale per simboleggiare l’imponenza del dominio dei regnanti locali, i Valperga, sugli abitanti e sugli eventuali nemici esterni, il castello nel XV secolo divenne poi sede dell’inquisizione e fu teatro di processi ed esecuzioni di presunte streghe del luogo. Lo stretto rapporto dell’edificio con l’arte ha inizio nel 1860, quando gli artisti della “Scuola di Rivara” si riunivano qui per dipingere en plein air anticipando per alcuni versi il movimento degli impressionisti francesi. Dal 1985 Franz Paludetto ha salvato il castello dal degrado e ne ha assunto la direzione artistica trasformandolo in un centro d’arte contemporanea tra i più interessanti nel nostro Paese. La struttura si compone di due edifici distinti, un maniero medievale ed un palazzo neobarocco, da un corpo di scuderie e dal parco che si estende su tutta la collina. Una location di sicuro fascino che ha a disposizione numerosi atélier e camere, dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri, ed uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 mq. Qui un artista può trovare tutto il supporto necessario per realizzare le proprie opere in un ambiente creativo unico e può organizzare mostre, godendo del plus di poter vivere per un periodo all’interno della struttura. Unica condizione richiesta è quella di lasciare una delle proprie creazioni al castello di modo da contribuire ad arricchire quella che è la collezione permanente dello spazio, che rappresenta una raccolta preziosa di opere d’arte del nostro tempo. Il progetto di Paludetto è molto innovativo nel panorama delle iniziative messe in atto sul nostro territorio e testimonia l’intenzione nobile di creare uno spazio che sia di stimolo alla produzione artistica e che sia al contempo una struttura espositiva, un luogo privilegiato per l’incontro fra arte e visitatori. Il centro ospita anche un archivio che mette a disposizione del pubblico e degli artisti una biblioteca di circa 10.000 volumi e pubblicazioni, una raccolta fotografica in fase di digitalizzazione e una videoteca che raccoglie importanti pezzi di storia dell’arte. Galleria, museo, biblioteca, laboratorio, l’esperienza che propone il Castello di Rivara esplora realtà parallele dell’arte e si attesta come uno dei progetti che nel nostro tempo vanno maggiormente tenuti sotto controllo.
Barbara Pellegrini
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