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Feb 29, 2012 Attualità, World Wide
Parigi
Emma Dante, regista di spicco nella scena teatrale italiana, presenta il suo ultimo spettacolo “La trilogia degli occhiali” nella prestigiosa cornice del “Théàtre du rond point”, sugli Champs Elysées.
Tre storie differenti, tre brevi ritratti della vita di persone ai margini della società.
Il pubblico è accolto da un marinaio seduto nella sua barca, intento a bere acqua e risputarla sulla platea o fare dei gargarismi, lui che ha passato tutta la sua vita in una nave, che ha sacrificato tutto per l’amore del mare.
Poi, la storia di Nicola, ragazzo affetto da catatonia, malattia che gli impedisce di muoversi correttamente, assistito da due deliranti suore, storia nella quale si fa fatica a capire chi sia il paziente e chi l’assistente.
E infine una dolce storia d’amore: la fine di una vita passata a due, che è ripercorsa all’indietro a passo di musica.
Lo spettacolo è trattato in uno stile poetico e onirico, alternando momenti di pura comicità a momenti che sfiorano il cinico, ma che si riassumono sempre in poesia.
La scenografia è molto interessante: una scena nera, dotata di pochi oggetti, ognuno dei quali ha un forte valore simbolico. In ognuna delle tre scene è presente una struttura aerea che interagisce direttamente con gli attori e rappresenta la chiave simbolica di tutto lo spettacolo.
Il pubblico è affascinato dalla travolgente energia degli attori: ricordano i personaggi della commedia dell’arte o i protagonisti degli spettacoli di Dario Fo.
Una regia caratterizzata dalla tradizione teatrale italiana, che a volte è difficile da comprendere per il pubblico parigino. Per esempio, Quentin, studente in una scuola di mimo, confessa all’uscita della sala, di aver avuto la sensazione di non esser riuscito a cogliere a pieno l’essenza dello spettacolo.
Perché “La trilogia degli occhiali”?
Gli occhiali in questo spettacolo assumono una doppia simbologia: simbolo di maturità e intelligenza che a volte rappresenta un ostacolo, in questo mondo popolato da una certa superficialità e allo stesso tempo rappresentano uno strumento per vedere il mondo in maniera diversa, per vederlo come si vorrebbe che esso fosse.
Come dice Audrey Hepburn nel film Sabrina: “Sto guardando il mondo con degli occhiali colorati di rosa”.
Savio Debernardis
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One thought on “Emma Dante spiazza le scene parigine”