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Feb 04, 2012 Attualità, Italia
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Secondo noi Professor Monti, lei ha ragione.
Che noia il posto fisso. Anche se lui, il professore (chi vuole prendere per i fondelli ?) ha sempre avuto il posto fisso, statale addirittura, avendo fatto per decenni il docente universitario burocrate.
Pensano che sia una noia nei Paesi anglossassoni, in Francia, in Cina, Giappone e in India.
E secondo noi, lo pensano anche in Italia.
Però, come sempre, con dei distinguo da fare e, portando degli esempi concreti.
Partiamo con una domanda, esiste davvero la mobilità sociale nel nostro Paese oggi?
Oppure chi intraprende un’attività lavorativa qualsiasi essa sia, sembra costretto a doverne fare la propria professione per una vita intera, senza possibilità di alternative reali?
Se un giovane entra nel mondo del lavoro, per esempio, con una laurea di primo livello, una laurea specialistica e vari master è così scontato che trovi un’occupazione in Italia?
In un Paese normale, civile non solo a parole, certamente, in Italia, un po’ meno.
E non parliamo di mobilità sociale per favore, che qui non sappiamo neppure che cosa sia.
Vi raccontiamo un episodio. Qualche anno fa conosciamo per caso un signore di 40 anni di New York, ingegnere civile, che aveva la “passionaccia” per il giornalismo, inizia a frequentare l’Università serale in giornalismo e il gioco è fatto, a 45 anni viene assunto dall’NBC.
Vi immaginate in Italia un ingegnere che a 40 anni sogna di cambiare vita e percorso professionale?
Non gli sarebbe permesso, altro che liberalizzazioni, è questione di cultura cari signori: se il nostro ingegnere volesse cambiare tutto a 40 anni per essere assunto in una redazione di un giornale italiano, verrebbe fatto seguire da qualche specialista da parte dei suoi familiari e anche da chi dovrebbe accoglierlo come nuovo collega.
Quindi, caro Monti, noi siamo d’accordo sulla sua affermazione, ma se il terreno dove si gioca il cambiamento è quello italiano, la vediamo difficile, molto difficile.
Ci si tiene stretto ciò che si ha, per mancanza di alternative, non per reale immobilismo.
Liberi di essere smentiti, in altri Paesi senz’altro, ma non in Italia, caro Professore.
Cambiamo prima realmente le possibilità di accesso ai nuovi lavori ( pagati possibilmente, se non è chiedere troppo ) e poi vediamo se non cessa un immobilismo causato dallo stesso sistema di cui anche lei, oggi, volente o nolente, fa parte.
Norman di Lieto
happy wheels
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