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Gen 07, 2012 Attualità, World Wide
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Parigi
L’idea ci passa per la mente, immaginandoci uno scenario come quello pensato da quel genio di Woody Allen nel suo ultimo film: “Midnight in Paris”.
Per chi, come noi, ama le parole: per passione e per mestiere, ci piacerebbe far (re)incontrare dei poeti della parola, gli autori della poesia in musica.
Ci manca tanto Fabrizio de André, con le sue canzoni struggenti piene di sentimento e con quella sua anarchia che oggi, di questi tempi, in cui ci obbligano a far qualsiasi cosa, ci starebbe un gran bene.
Contro l’ipocrisia, il perbenismo, il conformismo tutto di facciata, che in questi ultimi anni ha preso sempre più piede.
Ci piacerebbe che cantasse con un altro genovese, il più tormentato, malinconico ed incompreso di tutti, quel Luigi Tenco che ha raccontato l’amore struggente pieno di sentimento e di (ri)sentimento, nei confronti di lei che non lo amava e di tutti quelli che non ne capivano l’arte; incompreso da tutti e vivendo una solitudine da cui risultava difficile fuggire.
Poi, ancora, una voce femminile: Mia Martini.
Mimì ha raccontato l’amore e la passione , con forza e grinta, fino a quando non l’hanno relegata in un oblio fatto di maldicenze e superstizioni assurde.
E lei, sola, abbandonata e depressa si spegneva così come la sua voce e la sua arte, di una bellezza inconfondibile.
E poi, infine, due personaggi scanzonati: uno più intellettuale, l’altro più disilluso ma non meno profondo e tagliente nelle sue analisi antropologiche dei tempi che viveva: Giorgio Gaber e Rino Gaetano.
Il primo che da giovane cantava: “La libertà” e che negli ultimi anni, ancora intriso di passione civile ed orgoglio italiano cantava in: “Mi scusi Presidente”, “Io non mi sento italiano”, che è un po’ il grido di molti di noi, soprattutto in questi ultimi anni, ma allo stesso tempo il Signor G nella stessa canzone proseguiva: ”Ma per fortuna, o purtroppo, lo sono”.
Infine, Rino Gaetano, di cui si dice che un Vasco Rossi agli esordi, prendesse spunto.
Oggi la sua canzone, “Nun te reggae chiù”, è ancora fin troppo attuale.
In questo inizio d’ anno, abbiamo deciso di andare a Parigi e così, da solo nella notte, fare una passeggiata a piedi, e chissà che non ritroviamo, proprio come il protagonista dell’ultimo film di Allen, tutti questi cantanti indaffarati nello scrivere i testi e la musica di qualche loro capolavoro, tra un bicchiere di vino e un po’ di champagne.
E, magari, intrufolandoci, far loro compagnia e intervistarli in diretta sul perché hanno scelto quelle parole, quei versi, quelle note per raccontare le loro emozioni, magari azzardandoci a dare dei consigli o dei pareri.
Che sogno meraviglioso sarebbe.
Un inizio d’anno stralunato e stravagante per affrontare in maniera originale un 2012 che si annuncia noioso e difficile.
Buon anno, cari lettori di FlipMagazine!
Alfonso Della Mura
happy wheels
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