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Dic 01, 2011 Terza Pagina
“La vita spesso e volentieri è come una partita a poker. C’è chi nasce con un punto servito, e chi si veste di un’intrigante donna di quadri. C’è chi cerca un asso e rimane impegolato nel 10. C’è chi ha due carte unite dallo stesso colore, ma divise dalla più astratta aritmetica. C’è chi crede nelle proprie mani, anche quelle più brutte e difficilmente vincenti. C’è chi parte con grosse aspettative e finisce con l’aspettare un re di cuori che non arriverà mai. C’è chi distribuisce due di picche a volontà, e chi fa dei cuori generosa bontà. Ci sono un 7 di fiori ed un 10 di quadri, che mano dopo mano incontreranno i loro gemelli colorati. Ci sono mille combinazioni, e più di un miliardo di occasioni, ognuno giochi la sua partita, ognuno creda nella sua mano. Non è detto che un bluff troppo azzardato o un rilancio di poco ritardato possano cambiare radicalmente il quieto vivere, il leggero scorrere della vita. A volte vale la pena rischiare, a volte aspettare. Il nostro unico diritto, o quanto meno dovere? Ovviamente giocare!”
Tratto da “Non servono parole” di Mario De Simone.
Una storia di studenti come tanti, alle prese con l’università, con i problemi di tutti i giorni. Una lingua universale, l’amore, che si dissolve e si disfa continuamente nel suo farsi. Uno stile divertente, acuto, pungente e scorrevole, che lascia piena immedesimazione al lettore.
Questi gli ingredienti di ” Non servono parole ” – edito da Graus Editore in vendita in tutte le librerie, il primo romanzo del giovanissimo scrittore Mario De Simone, di origine cercolese, che appena ventiduenne descrive con tratto sicuro e deciso i comportamenti e le emozioni passionali dei ragazzi d’oggi.
Barcamenanti emozioni e sentimenti si intrecciano all’infinito, creano ingorghi emotivi e nodi gordiani che solo il tempo potrà riuscire a spezzare. O a risolvere. Provocando cambiamenti fondamentali che segnano fortemente il passaggio all’ età adulta dei due giovani protagonisti.
“Non servono parole”, un titolo ermetico, il cui significato ha contorni piuttosto sfumati. Per quelle finzioni oniriche – spesso rivelatrici di realtà che da svegli stentiamo a riconoscere – silenti ma dense di carica emozionale, che avvolgono il protagonista maschile del libro, guidato da una onirica presenza femminile, che gli indicherà la strada. Per quelle realtà della vita che ci travolgono inaspettatamente, come accade alla protagonista femminile del libro, e che ci lasciano, per l’appunto, senza parole.
Raccontare il tutto in un libro, quando le parole non bastano: questa l’estrema audacia dell’autore.
Roberta Albano
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