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Feb 22, 2012 Terza Pagina
Lisérgico’s Picture from Flickr.com
Riprendiamo la pubblicazione del Romanzo, con la IX e la X pillola. Come ricordiamo è firmato da un saggista che in questo caso rimane anonimo.
Il Romanzo continua ad essere pubblicato a puntate, in pillole. Un editore importante è oltremodo accetto per la pubblicazione cartacea.
A tutti buona lettura.
IX PARTE
Eccola, stesa su un lettino, gli occhi chiusi, ancora calda, con la bocca semiaperta e l’espressione tranquilla. Paul le bacia la fronte, le prende una mano, avvicina il viso, lo appoggia su quello della madre, come per riscaldarlo, come se volesse riportarlo in vita.
“Sai, ti ho amata tanto, ti ho pensata tanto quando ero lontano, quando andavo in giro per il mondo a fare le mie cose. E’ difficile spiegarti perché ho sempre avuto questa smania, questa voglia di cercare, di esplorare la vita come se fosse una giungla intricata. Sai in realtà ho sempre voluto farvi sentire fieri di me, te e papà. Ho sempre voluto dimostrarvi di sapermela cavare da solo, grazie anche a tutto quello che mi avevate insegnato e trasmesso. Sai, io oggi sono arrivato qui anche perché volevo dirti che sono stufo, a volte, di girare come una trottola da un posto all’altro, senza meta, però poi anche se dico così mi passa tutto e rincomincio a partire. Madre, mi ricordo quando mi preparavi l’insalata di pomodori insieme a quel formaggio duro che compravi in collina. Mi ricordo la tua frittata di patate e la crostata con la marmellata di arance e quella con le mele. Mamma ho voglia di urlare, soffro come un animale ferito, un cane bastonato, un passero senza un’ala, ti rendi conto che ti ho vista solo per pochi minuti, il tempo di salutarti e sei andata via. Forse non ne potevi più della vita, dei silenzi di papà della sua voglia di non fare, delle giornate sempre uguali, alzarsi, vestirsi, guardare fuori della finestra, dormire. Bye mummy, riposa serena”.
Le ore successive alla morte sono state un susseguirsi di dolore e dolore, una ferita mai cancellata.
Un problema dare la notizia al padre. Entra in casa, suo padre sta dormendo, lo sente e gli chiede:”La mamma?”. “Papà, daddy, la mamma non ce l’ha fatta. Non ha sofferto. E’ mancata in maniera serena”. Lui piange, con scossoni alle spalle. Paul lo abbraccia, forte, forte. “Non piangere papà, ci sono io, per te, per noi.
Una mattina mentre sistema un cassetto dove la madre usava custodire piccoli ricordi, trova una lettera a lui indirizzata che nell’ultima parte contiene queste parole:
– Sono sempre stata fiera del tuo spirito libero, sei sempre stato così differente dai figli delle mie amiche, noiosi, prevedibili, troppo seri. Tu invece, con la tua fantasia, hai riempito anche le mie giornate, tramite i tuoi viaggi ho viaggiato anch’io. Ti stimo e ti ho stimato, però ogni volta che sei partito mi hai lasciato un gran vuoto, non te l’ho mai detto e forse non riuscirò neanche a dirtelo con questa lettera, perché non avrò il coraggio di spedirtela. Ho sofferto ogni volta, però poi ho sempre pensato che tu eri felice così e anch’io ero un po’ felice.
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X PILLOLA
Paul ha fame, entra in un ristorante indiano, ordina un pollo tandoori con contorno di verdure allo yogurt, una bottiglia di vino rosso. Mangia con voracità e beve tutto il vino, esce sazio e con la testa piena della ragazza nera, ha saputo che si chiama Mughilla, conosciuta nel locale preferito da Susan.
Ormai è sera, il locale apre tra poche ore.
Cammina, da un quartiere all’altro, prendendo anche un paio di metropolitane. Arriva a Highgate e scende verso il centro. Non cammina, corre. Vuole arrivare. E’ tutto vestito di blu, pantaloni sportivi di cotone, camicia jeans e maglione.
E’ all’entrata. E’ dentro la sala.
C’è già un po’ di gente.
Eccola, è lei, parla con un’amica, seduta in un angolo. La guarda come inebetito.
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