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Ott 10, 2011 Terza Pagina
Lisèrgico’s Picture from Flickr.com
Flipmagazine accoglie il nuovo Romanzo Rapasceet e ne presenta alcuni stralci, in pillole.
Un po’ per volta il Romanzo prende forma, in una sorta di anteprima, che l’autore concede in esclusiva al nostro giornale.
In attesa dell’editore, Flipmagazine ospiterà Rapasceet fino ad avvenuta pubblicazione del romanzo.
Per le case editrici interessate alla pubblicazione del Romanzo, potete contattare il Coordinatore Redazionale di Flipmagazine, Norman di Lieto al seguente indirizzo mail:
VII Pillola
Vanno a passo spedito nell’angolo più appartato e buio del locale, lei si appoggia alla parete, lo accarezza sul petto e con la mano destra gli abbassa la cerniera dei pantaloni kaki, lui l’abbraccia e si schiaccia su di lei accarezzandola ovunque. Alza il vestito sulle cosce nere e d’acciaio, appoggia le labbra sui seni, bacia e succhia quello che può, afferra con le mani aperte le natiche rotonde e sporgenti, abbassa il perizoma bianco, vorrebbe prenderla tutta in una mano, vorrebbe fare tutto, ma non va avanti, come bloccato da una mano invisibile.
In lontananza vede Susan che lo sta cercando, con imbarazzo si allontana e si fa trovare.
Paul è un uomo con sentimenti ondivaghi, ma con alcuni punti fermi come la lettura di qualsiasi tipo di libro, la pittura, le mostre d’arte, le donne come compagne con le quali trascorrere il tempo dell’amore e della vita quotidiana, i genitori.
Il padre è morto senza soffrire, da vedovo, dopo essersi trasferito in Inghilterra in un villaggio vicino a Winchester, dove si trovano alcuni parenti della moglie..
La madre è morta alcuni anni fa e questo episodio rimane fisso nella memoria di Paul. Ogni tanto ritorna dal passato, come un momento presente.
In quel periodo era a Amsterdam per lavoro e viveva stabilmente a Milano, mentre i suoi genitori abitavano in Italia in un paese nel marchigiano.
Di ritorno da Amsterdam decide di fare rotta su Bologna, per proseguire e far una visita ai genitori.
Arrivato nei pressi della casa dei suoi, intuisce subito che è vuota, suo padre e sua madre sono fuori.
Nei giorni precedenti in Olanda, in un ristorante, una cameriera nera sulla cinquantina gli aveva detto cosa ci faceva a Amsterdam e che secondo lei era meglio che tornasse in Italia dai genitori.
Al fatto Paul aveva dato importanza uguale a zero.
Chiede notizie dei suoi alle case vicine, ma non trova subito informazioni, vaga per un po’ finchè una vecchietta lo avverte che sua madre è all’ospedale perché non si è sentita bene.
Si precipita dentro alla stanza e sua madre è distesa a letto con la faccia stanca, un colorito sbiadito e gli occhi un po’ persi.
“Mamma come stai, cosa è successo ?”
“Questa mattina quando mi sono alzata da letto mi sentivo stanchissima, sai proprio con le gambe a pezzi, come se mi avessero bastonata. Ho telefonato al medico e mi ha detto di farmi controllare qui in ospedale. Sono stanca, ma la tua visita mi mette un po’ di gioia”.
“Mamma non ti preoccupare, non ti stancare ora vedo se c’è Roberto il mio amico capo reparto e sento come va la situazione”.
Paul si precipita nel corridoio e cerca Roberto, suo coetaneo, eccolo è nel suo studiolo.
“Roberto, ciao, hai visto mia madre è vostra ospite ?”
“Si Paul l’ho vista, mi sono informato con il collega che l’ha ricoverata e visitata. Tua madre ha l’aorta spezzata, parla e sembra normale, ma è più vicina alla morte che alla vita.”
“Non pensavo fosse in queste condizioni, io ero in Olanda e fino a poche settimane fa stava benone”.
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VIII Pillola
“Non c’entra nulla, il cuore fa spesso questi brutti scherzi. Purtroppo se non passa la notte, non ci sono speranze, anzi ti consiglio di stare in sala d’aspetto. Tra un paio d’ore spengono le luci e inizia la nottata, almeno se succede qualcosa sarai qui. Tranquillizza tuo padre, fallo andare a casa con una scusa e tu stai qui, cercherò di farti un po’ di compagnia se non ci saranno particolari urgenze”.
Paul va dal padre che se ne sta silenzioso in un angolo.
“Papà, è sicuramente meglio che tu vada a casa, ti prepari un piatto di minestra, ti bevi un goccio di vino, prendi una pastiglietta per dormire e te ne vai a letto. Io sto ancora un po’ qui con Roberto: Faccio compagnia alla mamma e poi vengo anch’io a casa e domani mattina facciamo colazione insieme. Nel frattempo mamma starà meglio”.
Convinto il padre a tornare a casa, ritorna nello studio dell’amico.
“Paul, ora ti devo lasciare solo, perché devo fare un giro di visite, puoi aspettare nella saletta in fondo al corridoio, se ti viene sonno c’è anche un divano, fatti pure un pisolino, se ci sono novità ti faccio avvisare, o vengo io direttamente, scusami ma devo andare”.
Paul rimane solo e va nella saletta, guardando il soffitto viene preso da un ricordo.
Sua madre, da bambino, era solita portarlo in un parco a giocare. Lei si sedeva su una panchina a leggere o sferruzzare colorate coperte patchwork, mentre lui da solo o con altri bambini giocava a nascondarello o a cannette, un gioco che consisteva nel lanciare frecce di cartone leggero con una rudimentale cerbottana. Ogni tanto arrivava un’amica della madre, o qualche nuovo amichetto. Le giornate erano molto simili una all’altra, tranne un giorno in cui accadde una cosa strana.
Paul e sua madre camminavano uno accanto all’altra guardando le vetrine dei negozi, all’improvviso sua madre si ricordò di dover comprare un mazzo di fiori per il compleanno di un’amica. D’improvviso attraversò la strada e una motocicletta non riuscendo a frenare li investì.
Per Paul fu un bello spavento, anche se entrambi riportarono solo piccole ferite.
Da quel giorno la madre divenne più cupa, in qualche modo il suo carattere cambiò, ogni tanto aveva momenti di tristezza inspiegabili
Quell’episodio alla fin fine insignificante ogni tanto diventava un chiodo fisso nella mente di Paul, come se quel banale incidente avesse ferito in maniera indelebile la già innata fragilità di sua madre.
“Paul, ti sei appisolato, ascolta”
La voce di Roberto.
“Sì , dimmi, scusa, sai un po’ di stanchezza”
“Tua mamma non ha superato la crisi. Non ha sofferto, in fondo”
“Ho capito, è mancata, è morta, posso vederla ?”
“Sì, puoi vederla, vieni di là, ti lascio solo con lei”.
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