Ultimo Aggiornamento giovedì 7 Novembre 2024, 10:48
Set 12, 2011 Attualità, World Wide
Alessandria d’Egitto
Spesso diamo per scontato che saper leggere e scrivere sia cosa da tutti e che sia sempre stato così. Allo stesso tempo non ci rendiamo conto della straordinaria possibilità che abbiamo di leggere tutti i libri che ci circondano, libri che parlano di qualunque cosa e che possiamo reperire facilmente e in diverse lingue. Fermatevi un attimo, alzate lo sguardo e volgetelo intorno a voi: ognuno di noi possiede almeno un paio di dozzine di libri di ogni tipo, dal manuale per il computer, all’elenco degli agriturismi, all’ultimo romanzo del nostro autore preferito.
Ciò che oggi è normalità, per secoli è stato un lusso che non tutti potevano permettersi. Non è un caso che la Biblioteca di Alessandria d’Egitto diventò molto importante e famosa in tutto il mondo antico come un centro culturale di enorme rilievo. Fu fondata nel I secolo a. C. e nacque in Egitto, poiché solo qui veniva prodotto il papiro utilizzato per le pergamene e, dunque, per la creazione dei libri di allora. Infatti, sarebbe stato troppo dispendioso per qualunque altro Paese acquistare quantità di papiro tali da costruire una biblioteca, tanto grande e fornita. Alessandria, inoltre, diventata la capitale dell’Egitto faraonico sotto Tolomeo I Sotere, era lo sbocco egiziano sul Mediterraneo ed un vitale porto commerciale; dunque fu facile per la Biblioteca ingrandirsi ed annettere sempre più copie di testi anche in moltissime lingue diverse. Il regno egizio, infatti, fece enormi investimenti nel campo della cultura e acquistò migliaia di volumi da tutte le biblioteche del mondo e impose ad ogni nave che passava dal porto di Alessandria di consegnare tutti i libri che avesse a bordo: questi sarebbero stati copiati in brevissimo tempo e restituiti, in copia, al proprietario. Si pensa che la Biblioteca arrivò a contenere ben 500.000 volumi, tra cui sicuramente delle copie ma, anche papiri che contenevano più di un’opera letteraria al proprio interno.
In realtà, la parte più importante della biblioteca era accessibile solo ad un’élite e ai membri della famiglia reale, ma presto fu costruito un secondo edificio che conteneva scarti e doppioni e che divenne la prima biblioteca del mondo pubblica e fruibile da tutti, qualcosa che a noi sembra scontato ma che all’epoca fu una vera rivoluzione. Purtroppo dell’antica Biblioteca ci è arrivato poco. La sua decadenza iniziò già nella seconda metà del II secolo a. C. a causa di lotte intestine e i danni continuarono con l’incendio appiccato dalle truppe di Giulio Cesare nel 48 A.C. Sopravvisse ancora sicuramente fino al 642 D.C., anno della conquista araba dell’Egitto e momento in cui ebbe inizio la sua distruzione definitiva, come da ordine del califfo Omar. Cosa ci rimane oggi di quell’antico ed importante centro del sapere? A parte pochi volumi e le descrizioni di diversi autori, non abbiamo nulla se non la nostra immaginazione. Ma grazie ad un progetto del 1974 dell’Università di Alessandria, in collaborazione con il regime egiziano di allora e dell’UNESCO, proprio là, di fronte al porto, dove sorgeva la Biblioteca dei Tolomei sorge ora la Bibliotheca Alexandrina. Dopo anni di progetti e lavori, nel 2002, a fronte di una spesa totale di 220 milioni di dollari, il progetto è stato completato ed inaugurato. Gli architetti che si sono occupati della ricostruzione sono stati molto attenti, nel realizzare il progetto, a non eccedere né con una squallida imitazione del passato, né con un’innovazione troppo modernista e fine a se stessa. Entrambe le cose sarebbero risultate kitsch oppure inappropriate per il luogo e si è preferito recuperare una forma allusiva ma non invasiva della tradizione egiziana. Non si è voluto, inoltre, trascurare il significato di alcuni dettagli architettonici della biblioteca e della piazza in cui è collocata. Questi piccoli segni si collocano tutti all’esterno, primo fra tutti il giardino degli ulivi, simbolo di pace, dialogo, razionalità e comprensione. Questo significato di apertura viene ripreso dalla stessa configurazione della piazza, mai chiusa e delimitata ma aperta direttamente sul mare e sulla strada. Ci sono poi due statue collocate nella piazza: quella di Tolomeo II, faraone che volle la fondazione della Biblioteca antica, e quella di Prometeo che porta il fuoco agli uomini. Quest’ultima in particolare simboleggia il lume della cultura e della ragione che i libri portano all’uomo. La Bibliotheca Alexandrina, infatti, ricostruisce simbolicamente anche il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo: si presenta come faro che illumina il Mediterraneo dal punto di vista culturale. Un altro aspetto importante è l’acqua che circonda la struttura, creando un senso di continuità con il mare e dando un senso di galleggiamento della biblioteca, come se fosse l’elemento che separa il mondo esterno da quello intangibile della cultura.
Infine, sicuramente l’elemento simbolico più vistoso è la facciata sud-est della biblioteca. Su di essa sono riportati i caratteri tratti da più di cento alfabeti diversi di tutte le lingue del mondo, ad indicare la fratellanza di tutte le culture e la loro comune presenza nella nuova Bibliotheca Alexandrina. La Bibliotheca è oggi il più grande polo culturale di questo genere nel Mediterraneo con circa un milione di libri, un faro di cultura che ci è stato raccontato proprio dai volumi che un tempo conservava e che ci sono giunti attraverso i secoli dall’antichità.
Francesca Stefanachi
happy wheelsGiu 02, 2024 0
Feb 22, 2024 0
Ago 16, 2023 0
Giu 04, 2023 0