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Ago 17, 2011 Attualità, Italia
Vista la situazione di incertezza che stiamo vivendo e di nessun punto di riferimento degno di questo nome, siamo spinti in maniera compulsiva a portare sull’altare o nella polvere miti, sfigati e celebrità di qualsivoglia sorta.
È cronaca di queste settimane la stanca querelle tra il Blasco e Ligabue.
Bordate non politically correct quelle che partono sulla via Emilia, da Zocca a Correggio, messaggi di solo andata, perché pare che dall’altra parte non si degni il “nemico” neanche di una risposta.
E da qui si scatenano i fan dell’uno e dell’altro, come aizzati verso una polemica sterile e di una puerilità disarmante.
Vasco Rossi per molti ( ma non per tutti ) è il numero 1 in Italia, lo segue a debita distanza ( pochi affermano il contrario ) il Liga.
Crediamo sia un dato di fatto che Vasco Rossi abbia un repertorio di testi e successi di gran lunga superiore al ripetitivo Luciano, o no?
Chi potrebbe fare una disamina o offrire un parere superpartes da Giudice ( quasi ) inattaccabile sui due vecchi guasconi ?
Forse Gino Castaldo di Repubblica, Luzzato Fegiz del Corriere o quel birichino di Morgan?
Per carità Fegiz è già stato tacciato di essersi inventato qualcosa di troppo nella sua intervista al Blasco e il povero Morgan è stato clamorosamente asfaltato, per aver affermato che la vena creativa di Vasco Rossi si era fermata agli anni degli esordi ( noi di FlipMagazine siamo d’accordo).
Chi tocca questo tasto viene folgorato.
Vasco Rossi è un mostro sacro che ha dato tanto con le sue canzoni e ancora tanto potrà dare, ma anche i più grandi quando arrivano ad una sovraesposizione mediatica, come quella che ultimamente contraddistingue il cantante di Zocca, qualcosa non torna.
Il medium è il messaggio come diceva Mc Luhan, bulimia da facebook per uno dei più grandi rocker del nostro Paese?
E, soprattutto, in mezzo a queste continue querelle si inserisce il popolo della Rete, ed è su questo campo che vorremmo ragionare ancora una volta su che cosa si sia scatenato.
Se sono fan di un personaggio va da sé che sia avverso nei confronti dell’antagonista del mio eroe: non importa se l’uno o se l’altro combinino qualcosa di buono o qualcosa di criticabile, o con lui o contro di lui.
È una forma di fanatismo che non ci piace e ci rattrista molto, perché denota una deludente caduta di stile di molti falsi miti e una ( non ) capacità critica di chi li segue a prescindere, adottando talvolta stili di vita, comportamenti e copiandone frasi come fossero Verbo.
Crediamo che avere miti, idoli o essere fan di una celebrità o di un gruppo non possa precluderci il diritto di criticarlo o di affermare, per esempio, che l’ultimo lavoro del nostro idolo sia da rivedere, migliorabile e ad un livello molto più basso rispetto ad altri suoi lavori precedenti.
E questo può valere per Vasco, per Ligabue o per chiunque altro personaggio che faccia scaldare anima e core di molte persone.
Ciò che viene fatto dal nostro idolo è comunque bello a prescindere e anche frasi ovvie, criticabili, diventano una sorta di vademecum e panacea per tutti i mali, per chi non ha una propria ricetta personale.
Lo vediamo da troppo tempo, registrando un continuo azzuffarsi tra guelfi e ghibellini in ogni sfera della vita di questa società italiana sempre più mediocre, stereotipata e priva di ogni capacità critica. In una totale assenza di forza nel sapersi contraddistinguere da questo mare magnum di mediocrità che ormai da troppo tempo bagna la nostra penisola, in un oceano di piatto conformismo.
Di Vasco amiamo i testi degli esordi più di ogni altro.
Di Ligabue ci piacciono i modi pacati e i toni bassi che ha tenuto durante questo assurdo ed anche un po’ patetico duello.
Norman di Lieto
happy wheels
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