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Ago 18, 2011 Attualità, Italia
Sarà colpa della grave crisi economica in corso, a partire dal 2008. Oppure delle catastrofi naturali o umanitarie che i media ci fanno quotidianamente vivere, come se accadessero nel giardino di casa nostra. Resta il fatto che le persone oggi hanno una grande voglia di evadere dal loro mondo. Vogliono cioè fuggire da quella realtà inquietante in cui si trovano a vivere. Ecco spiegato perché la nostra società sta diventando sempre più pop. Questo infatti è piacevole, divertente e consente di evadere dalla realtà. Si spiega così il successo di un caso come Hello Kitty. O meglio, dei numerosi prodotti colorati sui quali è impresso oggi il volto di questa gattina dalla grande testa: zaini, cappelli, cinture, guanti, scarpe, occhiali, orologi, asciugacapelli, spazzolini da denti, custodie per i cellulari, penne, bottiglie di vino, set per la tavola e si potrebbe continuare a lungo. È stato infatti calcolato che il marchio Hello Kitty è presente all’incirca su 12.000 tipi di prodotti diversi. E stanno cominciando ad aprire i primi punti vendita interamente dedicati al mondo merceologico di Hello Kitty.
Il successo di questi prodotti è in gran parte legato alla presenza dell’originale logo con la gattina. Tale logo è stato creato nel 1974 da Yuko Shimizu, una giovane disegnatrice che lavorava presso l’azienda giapponese Sanrio, ma da pochi anni si è trasformato in una vera e propria icona della cultura di massa contemporanea. Si può pensare che lo stile chiaramente infantile del logo Hello Kitty attiri l’interesse solamente delle bambine, ma una ricerca commissionata qualche anno fa negli Stati Uniti dalla Sanrio ha messo in luce che un terzo degli acquirenti di tali prodotti erano donne di età superiore ai 18 anni, che acquistavano per se stesse. Si può dunque ritenere che il target di Hello Kitty sia prevalentemente costituito da bambine e teenager, ma anche da donne in età adulta.
Apparentemente la gattina simbolo di Hello Kitty non esprime molto a parte una generica dolcezza. Ma è proprio questa insignificanza a rappresentare probabilmente il suo elemento di forza, perché le persone vi possono proiettare ciò che vogliono. Non è un caso che si tratti di un simbolo molto elementare. Di solito infatti non viene mostrato tutto il corpo del personaggio, ma solo una parte: la testa. E questa testa è priva di un elemento molto importante dal punto di vista espressivo: la bocca. È attraverso la forma di quest’ultima infatti che solitamente è possibile esprimere, ad esempio, se una persona è allegra oppure triste. Invece nel personaggio Hello Kitty la bocca manca totalmente. Quindi ogni consumatore può proiettare in tale personaggio qualunque immagine, desiderio o fantasia preferisca. E può così soddisfare quel desiderio di evasione che lo pervade.
Vanni Codeluppi
Docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia
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