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Ago 10, 2011 Attualità, Italia
La grafologia è tra le metodologie più utilizzate dagli scopritori di talenti; si dimostra efficace e pratica per la valutazione attitudinale di candidati a ricoprire ruoli dirigenziali e di responsabilità, individuando le loro caratteristiche più autentiche e peculiari.
Tutte le aziende vorrebbero possedere metodi infallibili per individuare i soggetti più idonei da inserire nel proprio organico, considerato che, almeno tre scelte su dieci si rivelano errate e improduttive.
Una valutazione grafologica aiuta a definire meglio il profilo della persona, ovvero le abilità intellettive, capacità creative, attitudini e predisposizioni innate, facilitando quindi la scoperta delle potenzialità da sviluppare, nonché dei limiti e aspetti più critici eventualmente da poter migliorare.
Lo scritto esprime, infatti, la personalità dello scrivente. Nell’osservarlo spesso ci si limita alla forma, alla dimensione delle lettere, alle parole, trascurando invece inconsapevolmente che in esso è codificato il tipo di intelligenza che caratterizza quell’individuo.
Questa scienza, ci fornisce gli strumenti per un’analisi approfondita, partendo da un’acuta osservazione, ad esempio della pressione che si esercita sul foglio, all’andamento curvilineo o angoloso, dagli spazi lasciati in bianco, studia l’alternarsi degli impulsi e dei controimpulsi, che sono l’espressione di un processo neurofisiologico, unico e irripetibile per ogni persona e, poiché tale processo non è influenzabile dall’esterno, il prodotto grafico è una delle espressioni più autentiche, che una persona possa realizzare.
La scrittura è quindi un’espressione altamente individuale, proprio come il viso e la voce, e a differenza di altri atteggiamenti umani che sono condizionati da circostanze e convenienze sociali, (per cui impongono un controllo sulla volontà), la scrittura è un’espressione per la maggior parte automatica e quindi difficilmente controllabile.
Tra tutti gesti, è quello in grado di riflettere meglio le condizioni psichiche, proprio perché è fortemente spontaneo e privo di freni, allo stesso modo il test grafologico può anche mostrare alcune alterazioni del comportamento e condizionamenti derivanti dal proprio vissuto, in quanto è il prodotto finale di un’attività neurofisio-psicologica globale a partire dal cervello.
Può essere uno strumento di indagine sulla personalità da associare ed integrare ad altre discipline, e può limitarsi a dimostrare solo ciò di cui si ha certezza.
In diverse nazioni europee e in America, è molto usata nel settore penale-giudiziario per risalire (mediante apposite e sofisticate perizie), all’identikit di fautori di illeciti e frodi; mentre gli uffici di collocamento pretendono un’analisi grafologica ai fini della selezione del personale.
L’obiettivo degli “Head Hunter” è di valutare, attraverso dei test psicologici e analisi grafologiche di personalità, oltre alle possibili performance dei candidati, la loro stabilità emotiva, la capacità di lavorare in gruppo, il sapersi rapportare agli altri, l’attitudine al comando, la capacità di organizzare, la pazienza, la tempestività, ecc.
Anche in Italia c’è una grande attenzione e crescente utilizzo di questo strumento, che interessa sempre più industrie, banche, assicurazioni, e studenti, poiché è anche un buon metodo per orientarsi nello scegliere la facoltà universitaria a cui iscriversi.
Possiamo dire che, in particolare il futuro del mondo del lavoro, sarà sempre più fortemente condizionato nelle sue scelte, dai cacciatori di cervelli.
Carla Aghito
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