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Lug 11, 2011 Cosa bolle in Pentola
Questo luglio, il 13 per l’esattezza, si conclude la tanto amata saga di Harry Potter.
Per i pochi che ancora non lo conoscono, ricordiamo il fenomeno Potter come uno dei più importanti eventi letterati degli ultimi decenni; la storia, ambientata in una Inghilterra abitata da maghi e babbani (cioè i non- maghi), tratta il solito tema dello scontro tra bene e male in un’ottica nuova che ha colpito ed entusiasmato milioni di persone, grandi e piccini di tutte le età, in tutto il mondo. La sua creatrice, la britannica Joanne Rowling, è oggi considerata un vero e proprio genio ed è spesso paragonata a grandi nomi del genere fantasy del calibro di J. R. R. Tolkien, la cui trilogia Il Signore degli Anelli ha prima conquistato gli appassionati del genere e, qualche anno fa, anche il grande schermo. La saga di Harry Potter, formata da sette libri poi tradotti in film, si concentra sullo sviluppo dei suoi tre giovani protagonisti e sulle avventure che questi devono affrontare mentre frequentano la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts; qui si faranno degli amici, vivranno i loro primi amori, si scontreranno con le prime ingiustizie e plasmeranno il proprio carattere e la propria identità come in un perfetto romanzo di formazione alla vecchia maniera ma si troveranno, loro discapito, a combattere contro il ritorno del più oscuro stregone mai esistito, Lord Voldemort. Insomma… i tre ragazzi, Harry, Ron e Hermione (11 anni nel primo libro, 17 nel settimo), hanno sulle loro spalle la responsabilità di combattere il cattivo, più cattivo di tutti.
Cos’ha di diverso il ciclo di Harry Potter dalle milioni di libri fantasy già pubblicati e che continuano ad essere scritti? Innanzitutto si caratterizza per aver creato un vero e proprio mondo indipendente, o ammobiliato come direbbe Umberto Eco, capace di trasformarsi in un incredibile filone inesauribile di esperienza per i fan oltre che profitto per l’autrice e tutti coloro che vi investono. Non a caso, infatti, a maggio, a poco più di un mese dall’uscita dell’ultimo film e, quindi, della fine della possibilità di sfruttare il marchio Potter, la scrittrice ha annunciato l’apertura ad ottobre 2011 di un sito, pottermore, definito un’esperienza di lettura on-line costruita a partire dai libri di Harry Potter con l’aggiunta di informazioni sconosciute tenute segrete fino ad oggi. Qui i fan potranno mantenere vivo il loro interesse per il mondo magico di Harry & co., anche se sia i libri che i film sono terminati.
Ma al di là dell’immaginazione fervida della Rowling e della bravura degli specialisti del marketing, il mondo di Harry Potter ha avuto questo successo perché è stato capace di parlare a persone di nazionalità, sesso, età e background differenti. Non è una cosa da tutti. Il trucco, facile a dirsi ma difficile ad attuarsi, è parlare al pubblico attraverso metafore e simboli che vengono interpretati dal singolo in modo del tutto personale e personalizzato. Inoltre le grandi vicende dei sette romanzi presentano le tipiche contrapposizioni e situazioni che sono presenti in tutti i romanzi e i film di questo tipo: l’eroe principale si sente solo e diverso dal resto del mondo, la lotta fra il bene e il male, i personaggi secondari soffrono nel vivere nell’ombra del loro amico protagonista/eroe e, allo stesso tempo, vorrebbero aiutarlo ma non sanno come; l’eroe è circondato dagli aiutanti, alcuni aiutanti si rivelano cattivi e altri buoni; il sacrificio è indispensabile ma il bene trionfa sempre e così via.
Proviamo a tornare con la memoria a quando eravamo adolescenti. Il mondo era una terra nemica abitata da adulti che non ci capivano e che volevano imporci delle regole ed imprigionarci. Era facile immaginare di essere l’eroe di un mondo tutto nostro per cui dovevamo combattere e sconfiggere il cattivo. O no?
Francesca Stefanachi
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