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Lug 02, 2011 Attualità, Italia
Il sociologo Thorstein Veblen ha sostenuto negli Stati Uniti della fine dell’Ottocento, nel suo celebre libro La classe agiata, che la classe agiata, cioè l’élite economica e sociale, può dimostrare la sua superiore ricchezza e il suo status sociale prestigioso in due modi. Il primo è l’agiatezza vistosa, cioè uno spreco di tempo che consente di comunicare di essere così ricchi da non aver bisogno di lavorare; il lavoro diventa pertanto disdicevole e le occupazioni considerate onorevoli sono quelle improduttive: «il governo, la guerra, gli sport e le pratiche devote», ma anche imparare la buona educazione, l’etichetta e le lingue morte o dimostrare di poter mantenere delle persone (la moglie e i servitori) che sprecano anch’esse il proprio tempo, in quanto non svolgono attività produttive.
La seconda strategia che è stata impiegata dalla classe agiata è il consumo vistoso, ovvero uno spreco di beni di lusso, praticato attraverso l’acquisto e l’ostentazione di nuovi abiti e, in generale, nuovi beni di consumo di lusso; anche in questo caso è possibile dimostrare la propria ricchezza per via indiretta, facendo godere altre persone (la moglie, la servitù, gli ospiti di un ricevimento) mediante il consumo di beni che viene effettuato.
Nell’attuale contesto sociale, il concetto di consumo vistoso che è stato teorizzato da Veblen ha notevolmente mutato la sua natura, ma appare essere più che mai efficace. Non è un caso che gli economisti abbiano codificato da tempo uno specifico «effetto Veblen», vale a dire quel fenomeno per cui i consumatori sono tanto più attratti da un prodotto quanto più è elevato il prezzo di tale prodotto, che dunque proprio per questo motivo assume dei significati di prestigio. D’altronde, i segnali di presenza del consumo vistoso nelle società contemporanee sono numerosi. Si pensi, ad esempio, a quelle ingombranti automobili fuoristrada che hanno affollato negli ultimi anni le strette strade delle città anziché gli ampi spazi naturali per cui erano state originariamente concepite. Oppure a quella crescita costante che fanno registrare da diversi anni i diversi settori merceologici che costituiscono il prestigioso mondo del lusso.
Probabilmente, è lecito attendersi in futuro una ulteriore crescita di questi fenomeni. Forse soltanto in parte in Europa e in Occidente, dove il consumo vistoso ha perso alcune di quelle caratteristiche che Veblen vi aveva rintracciato, ma sicuramente in maniera significativa nei principali Paesi in via di sviluppo. Qui infatti l’arrivo del benessere economico porterà con sé anche una crescita delle possibilità di spesa della classe media, la quale vorrà salire nella gerarchia sociale e avrà pertanto bisogno di dimostrare il suo possesso di beni vistosi per potersi imporre socialmente.
Vanni Codeluppi
Università di Modena e Reggio Emilia
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