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Mar 22, 2011 Attualità, World Wide
New York City
Chi passa qualche giorno a NYC, o ci abita per un periodo, si accorge subito che la città offre tante possibilità per trascorrere il proprio tempo, al di là degliimpegni di lavoro. Ogni giorno si può pranzare o cenare in un ristorante diverso, con cucina proveniente da ogni angolo anche più remoto del mondo.Si può assistere ad alcuni tra i più stimolanti spettacoli teatrali, con star veramente internazionali, qui nei teatri di Broadway Al Pacino, De Niro, Jude Law, Daniel Craig, Cate Blanchet, Nicole Kidman, Julianne Moore, Meryl Streep , solo per citare alcuni nomi, sono di casa. Poi ci sono tanti cinema con le novità in super anteprima, conferenze, convegni, eventi via web e tante altre cose. Uno dei must della città, una caratteristica imprescindibile di Manhattan,è senza dubbio la musica jazz. Fa da colonna sonora alle street e alle avenue, caratterizza i block e i building. Chi non ama il jazz e il suo potere di sedurre,improvvisando, perde una importante fetta della grande mela. Ci sono locali ovunque, dove il jazz è il padrone assoluto e tanti sono i posti dove trascorrere una serata, mangiando una cosa e facendo notte, ascoltando dal vivo musica very strong. Tra i locali più noti e con una storia lunga c’è il Blue Note, fondato dalla famiglia Bensusan e consedi anche a Tokio e Milano. Abbastanzacontenuto nello spazio, con tanti tavoli vicini e alcuni che vanno quasi ad appoggiarsi al palco, un menu vario ma non particolarmente invitante, ha visto suonare i nomi più famosiin ogni parte del mondo. E’ il tempio del jazz newyorchese, tout court, senza una ragione precisa, ma per un insieme di prestigio e atmosfera, capacità gestionali e scelta del programma . Chiviene in queste mura a west nella 3rdStreet, nel cuore pulsante del Village, sente la differenza, provare per rendersene conto. E standodentro al Blue Note il tempo passa, vola in maniera piacevole e, dopo una manciata di ore, ci si trova tra le stradine del Village con la voglia di altro jazz,di altri assoli, di ancora altre improvvisazioni di piano, sax, tromba , contrabbasso. E poi c’è la notte di New York, la voglia di camminare, di bere ancora qualcosa, di prendere al volo un taxi giallo e di chiacchierare con l’autista, proveniente, as usual, da un Paese lontanissimo.
Eleonora Dafne Arnese
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