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Dic 11, 2010 Terza Pagina
Continua la nostra pubblicazione in Pillole del Romanzo Rapasceet.
Ma, su richiesta dei Lettori, d’ora in poi pubblichiamo due Pillole insieme.
Buona lettura.
Parte III
Paul si alza da letto apre una bottiglia di acqua minerale e con ardore vuota un paio di bicchieri, ha una sete tremenda, ne beve un terzo e poi una bella doccia e di corsa a far colazione
Ritorna in camera, e in pochi secondi ha indossato un paio di pantaloni blu e una giacca chiara, è ottobre e in città l’aria è già pungente.
Una bella passeggiata a Bond Street per riordinare le idee, guardare le vetrine mai banali, con vestiti dai colori un po’ impossibili, Londra è così, colorata e stravagante, ma aiuta a capire tante cose, in mezzo alle sue diversità.
Sono le 10 di un mattino abbastanza chiaro, Paul avrebbe tante cose da fare, negli ultimi anni ha vissuto a lungo a Roma e a Milano, poi è ritornato volentieri a Londra la città dove è nato e dove trova una quotidianità che dalle altre parti è più difficile. Anche la lingua è più famigliare, le facce della gente, certe incongruenze di vita , la varietà dei popoli, della pelle.
Paul fin da ragazzino ha sempre avuto un debole per le donne, per i corpi e i cervelli, per quell’insieme di assurdo e realtà che ha caratterizzato il suo orizzonte femminile. Ha frequentato un buon numero di donne, ma lo ha fatto con impegno, amando con il corpo e la testa donne diverse, alte e snelle, piccole e sempre snelle, di solito con i capelli lunghi.
Le ha spogliate ed esplorate con ardore e stupore, con curiosità, si è lasciato andare alla loro voglia di lui. Ha fatto l’amore con dolcezza sui letti, ma ha anche scopato sui divani, in piedi dove capitava, con gioia e convinzione.
Negli Strand non c’è grande animazione, un venditore di hot dog cerca di piazzare la sua merce, ma non viene ascoltato.
Paul ha voglia di camminare, va a passo svelto, come se corresse dietro a qualcuno, come se corresse dietro a un altro Paul uguale a lui, ma che in realtà è un’altra persona.
Cammina e pensa, ha sempre lavorato con slancio nel commercio, grazie alla conoscenza di inglese, francese, spagnolo e italiano ha venduto prodotti per tante aziende in giro per il mondo.
Non si è mai stufato di vendere, anche perché ha saputo cambiare genere e prodotti con grande velocità. In questo periodo vende abbigliamento maschile elegante e sportivo e gli piace tanto, anche perché prova sulla propria pelle novità e idee improvvise.
Si trova a Londra per un lavoro con la catena Selfridge’s e si diverte a provare maglioni e pantaloni dalla forme più diverse.
Stamattina non ha voglia di andare a far visita a nessun grande magazzino e continua a girare come se sperasse di incontrare chissà chi.
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Parte IV
A Londra ha l’abitudine di vedere Helen, una mora alta con grossi capelli lunghi sulle le spalle, con la pelle scura, una trentenne con un corpo di marmo che lo fa reagire appena le posa una mano su un fianco.
Una chiacchierona, di compagnia, che ha conosciuto cinque anni fa e che vede di rado ma che ricorda sempre con solletico…
Ha voglia di Helen, all’improvviso, cerca un telefono, la chiama, è improvvisamente più sveglio e attento.
“Hallo, sono io, sono in casa per altre tre ore, prendi la metropolitana, ti aspetto”
Paul sembra preso da una frenesia improvvisa, non ha voglia di lavorare, è nella sua città, dove però non abita più da tempo, sta andando verso un’amica che vede di rado, ha voglia del suo corpo scuro. Infila la metropolitana e arriva a casa di Helen.
“Sono qui e ti trovo bellissima, mi ricordo sempre di te che non fai mai domande, offrimi un tè con poco latte”
“E’ pronto in un secondo. Cosa fai in città, lavoro o altro?
“Lavoro e ho voglia di capire, di trovare di scoprire, non so bene cosa, ma da qualche mese non sono più sicuro di niente, pensa mi sono anche messo a bere più vino e altre cose, così per distrarmi da strani pensieri. Da quando sono morti mio padre e mia madre mi sembra di dover cercare dove sono stato, dove ho vissuto, dove sono i parenti che non ho mai conosciuto, dove vivrò negli anni prossimi. Ultimamente non ho più letto un libro, non ho più visto un film, non ho legami fissi, penso a mia madre, faccio una vita di merda”.
“Paul non ti ho mai visto così, quando ci siamo conosciuti mi hai detto che le nostre forze potevano muovere le nostre vite, mi hai chiesto di fermarmi, mi hai detto che sono la tua sorgente che zampilla, un sacco di stronzate, ma mi sei piaciuto per la tua voglia di non essere uno preciso.”
“E’ così, sono sempre stato un po’ visionario, tu sei un po’ fontana”.
Paul si avvicina a Helen che indossa una gonna di velluto beige appena sopra il ginocchio, una maglia di lana nera e calze scure, il suo seno a punta sembra voler comandare.
Paul inizia a leccarla ovunque, sui vestiti e sulla pelle, come se avesse in mano un gelato immenso, la spoglia, le toglie reggiseno e slip neri , si spoglia, continua a leccarla. Lei lascia fare quasi passiva, poi si mette a cavalcioni e inizia a guidarlo, con la forza del suo corpo duro.
Paul urla senza pensare e per un istante non capisce da dove viene chi è, dove ha avuto inizio la sua vita.
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