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Nov 21, 2010 Attualità, Italia
Ne hanno scritto e parlato in molti di “Vieni via con me”, piccolo programma di Rai 3 e anche noi vogliamo provare a dire la nostra. Di solito l’hanno buttata in politica, litigando come è ormai costume in questa triste Italia della dittatura dei Ciarlatani.
Passeggiando tra le macerie di una spiazzante mediocrità, il giovane di oggi è pronto a preparare la valigia. O forse no. Tanto gli ammortizzatori sociali privati ( paghette e premi in denaro di genitori, parenti ed affini fino al bisnonno della famiglia), vengono forniti a loro uso e consumo, permettendo così di compensare le mancanze di stipendi precari nella forma e nella quantità, al solo scopo, diseducativo al massimo, di dissuadere il giovane depresso dall’estremo tentativo di passare ad esistenza più piena e gratificante: indubbiamente oltreconfine.
E poi, dopo una giornata piena ( non ) retribuita di lavoro per affondare la malinconia, ci lanciamo in uno zapping, noioso, televisivo: da lunedi al lunedì successivo ci si chiede: stasera che cosa c’è di interessante?
La risposta è scontata e la decisione, tutt’altro che banale, è quella di rifugiarsi tra le braccia di Morfeo, facendosi accompagnare prima dalla piacevole lettura di un buon libro.
Un lunedi come gli altri ci si sofferma sul terzo canale della Rai e pare che qualcuno, in questo caso Saviano e Fazio, tentino di lottare contro una corazzata idiota, come il Grande fratello, giunta all’ennesima edizione, fatta di bellocci ed aspiranti veline o candidate politiche, a seconda di come preferite.
Prima e seconda puntata con una media di otto milioni e mezzo di telespettatori.
Complimenti per la trasmissione?
Tutt’altro. Attacchi frontali e trasversali e qualche critico storce il naso.
A non tutti si può piacere, ma almeno un tentativo è stato fatto.
Un sassolino lanciato nello stagno televisivo, dove tutto è uguale e preconfezionato.
Vieni via con me non ha scoperto l’acqua calda, non è la trasmissione dell’anno. Ma è la dimostrazione che la tv generalista può anche offrire programmi diversi dai soliti format, ormai spremuti fino all’inverosimile e che il pubblico non è, in definitiva, così scemo come lo si vuole dipingere.
Si mangia ciò che passa il convento.
Non siamo arrivati d’incanto ai ristoranti stellati Michelin, ma quanto meno una variante al triste menù fisso è stata offerta. Questo ci sembra un risultato da non trascurare.
Norman di Lieto
happy wheels
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