Ultimo Aggiornamento giovedì 7 Novembre 2024, 10:48
Nov 12, 2010 Attualità, World Wide
Londra, capitale dell’Inghilterra e terra promessa per milioni di persone che ogni giorno affollano le sue strade e piazze. La nuova America, così la chiama qualcuno, la capitale del mondo che offre opportunità introvabili altrove. Abbiamo parlato a lungo con diverse persone e abbiamo chiesto loro: perché sei venuto a Londra? La risposta è stata un sorriso e la consapevolezza che sogni e speranze, qui a Londra, sono realizzabili. Come ci ha detto Mark, neo zelandese 38 anni, vive qui dal 2007, The best and the brightest come to London e sei hai voglia di fare, questo è il posto giusto. Mark, infatti, ha viaggiato a lungo nella sua vita, ha vissuto persino sull’Isola di Pasqua e nei suoi viaggi ha visto e conosciuto genti e luoghi eccitanti ma niente, ci racconta, può eguagliare Londra. Qui sta lavorando sodo per realizzare i suoi progetti: facendo ricerche per il suo primo libro, una trilogia su Guglielmo il Conquistatore, ha incontrato alcune persone che, affascinate dalle sue parole, gli hanno commissionato una sceneggiatura tratta dal libro su cui basare una trilogia di film. Ride imbarazzato raccontandoci tutto questo; è conscio, dice, che non sarà una cosa facile ma, del resto, proprio in questo momento ha raggiunto un grande traguardo: scrivere e mantenersi scrivendo. Incontriamo in una mensa Tusin, africano trasferitosi a Londra con un chiaro obiettivo in testa: studiare, laurearsi, mettere da parte un po’ di soldi e tornare al proprio paese per aiutare la famiglia e il villaggio. Per ora lavora per accumulare il denaro necessario ad iscriversi ad ingegneria; 12 ore al giorno, 7 giorni su 7 e solo la domenica pomeriggio per riposarsi. Ma sorride ed è sempre allegro. Ci racconta di sua madre con cui si sente spesso, della sua compagna, qui a Londra con lui, da cui ha appena avuto una bimba, e del fratello morto qualche anno fa di cui si è tatuato il nome sul braccio. Un ragazzo come tanti altri qui a Londra, che lavora sodo ed è felice di farlo poiché qui, racconta, se vali e hai voglia di fare, le cose accadono. Vicino a quella stessa mensa incontriamo Ferjal, 34 anni turca, ha lasciato Istanbul perché stanca del suo lavoro e sogna qualcos’altro… anche se ancora non sa cosa. Vive qui da febbraio e per adesso frequenta un corso d’inglese per raggiungere il punteggio necessario per iscriversi all’università. Condivide l’appartamento con Sehran, il suo fidanzato, e un amico di lui. Dedica le giornate a perfezionare il suo inglese già ottimo e gira i college della città per parlare con vari docenti e professori delle università. Non ha le idee chiare ed è abbastanza spaventata dall’idea di non sapere cosa fare; ci dice di aver mollato tutto poiché non era felice in Turchia e di essere qui per trovare quel qualcosa che cerca da tempo. Ma nonostante ancora non l’abbia trovato e ogni giorno sia difficile sopravvivere in questa costosa città, non tornerebbe più indietro: Londra è dove vuole stare, qui si sente a casa. Venire a Londra per studiare, fare esperienza, guadagnare soldi e forse tornare al proprio paese o semplicemente trovare quel qualcosa che ci faccia battere il cuore. Milioni di persone vengono qui alla ricerca di un qualcosa per cui sacrificano tutto, un progetto che sta a cuore e che li sprona. Certo, non tutti ce la fanno e spesso le cose si modificano strada facendo. C’è chi è venuto qui per restare e chi solo per poco tempo; di questi alcuni hanno cambiato strada o sono stati costretti a tornare sui loro passi. Come Marina, 43 anni italiana, venne a Londra quando aveva vent’anni per fare un po’ d’esperienza e praticare l’inglese e finì per non andarsene più. Si è sposata, ha avuto un figlio e insegna italiano all’università. Racconta di sentirsi un ibrido… un ibrido felice: né italiana né inglese, ma al tempo stesso sia italiana sia inglese. A Londra, infatti, è la norma incontrare stranieri che ora considerano Londra la loro nuova casa. Anzi, come ci fa notare Mark, persino gli inglesi che vivono a Londra non sono londinesi… la maggior parte proviene da altre città e paesini e, come tutti gli altri, sono qui per realizzare un sogno. Città cosmopolita dunque, aperta e viva grazie al continuo ricambio e perenne brulicare di persone provenienti da mondi distanti. E com’è ovvio che sia, fra di loro si mischiano: Marina, ad esempio, ha sposato un uomo polacco e loro figlio, Joshua, è italiano, polacco e inglese allo stesso tempo.
Ma come mai proprio Londra? Cos’ha questa città di diverso dal resto del mondo?
Innanzitutto, come sottolinea Mark, la posizione geografica. Londra è il centro. Da Londra puoi andare ovunque e tutti possono venire a Londra. Gli chiediamo cosa significhi esattamente: innanzitutto Londra è in Europa, il vecchio continente. Per quanto questo possa sembrare banale, la cultura e la consapevolezza dei popoli europei sono completamente diversi da quelli sviluppati dagli altri; questo è il vero cuore del mondo poiché da qui sono partiti e hanno resistito i grandi movimenti filosofici, culturali e sociali. Per quanto l’America sia una grande nazione, l’Asia possieda una cultura profonda ed affascinante e l’Africa sia la culla della vita, l’Europa è il cuore del mondo. E Londra è in una posizione strategica perfetta per raggiungere ogni parte del globo. Ovviamente questo è possibile perché oggi Londra è un centro economico e di potere; a questo riguardo Mark ci racconta della politica di apertura e attenzione ai giovani che Tony Blair ha portato avanti per anni. Grazie alla fiducia data alle nuove generazioni, Londra è cresciuta e continua a crescere poiché qui, come ci ha detto Tusin, se vali e lavori sodo, i risultati non tardano ad arrivare. Ferjal aggiunge che a differenza di altre città, Londra offre talmente tante opportunità, che non è difficile scoprire e imparare cose nuove. Entrando, dunque, in questo circolo virtuoso, i giovani che arrivano a Londra vengono messi a loro agio e inseriti in un mondo disponibile e attento alle loro esigenze da cui, alla fine, come Marina, non voglio andarsene e danno il loro contributo aiutando gli altri giovani che arrivano. La nuova America dunque, un piccolo angolo di mondo dove vigono leggi proprie per cui si vive in armonia con tutti, si lavora e ci si impegna tutti insieme per i propri obiettivi. Qui, ci dicono Mark, Tusin, Ferjal e Marina, niente è impossibile.
Francesca Stefanachi
happy wheelsApr 02, 2024 0
Mar 03, 2024 0
Feb 29, 2024 0
Set 20, 2023 0
Giu 02, 2024 0
Feb 22, 2024 0
Ago 16, 2023 0
Giu 04, 2023 0