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Set 20, 2010 Terza Pagina
Veryn’s Picture from Flickr.com
Il mondo è popolato dalle relazioni tra uomini e animali fin dalla notte dei tempi e, difatti, in più della metà delle case italiane vive un animale da compagnia: cani, gatti, roditori, uccelli e pesci, tartarughe e animali meno usuali come pappagalli, furetti e persino serpenti.
Uno degli animali che, fin dall’antichità, ha affiancato e sedotto l’uomo è il gatto.
Animale affascinante e misterioso, vive accanto a noi fin dalla preistoria e, col passare delle ere, ha rappresentato molti e diversi significati. Nella sua epoca d’oro in Egitto vi era persino una dea, Bastet, ad avere le sue sembianze; qui era adorato e amato tanto da divenire l’animale simbolo dell’intera cultura faraonica. Nel Medioevo poi, ci fu un momento di grande cambiamento: associato alle streghe e al diavolo, venne cacciato e ucciso nel collettivo fervore religioso. Dal Rinascimento ad oggi, infine, la sua immagine ha recuperato un po’ del vecchio splendore interpretando diversi significati; Baudelaire lo utilizza per descrivere la propria amante in ben due sonetti de Les Fleurs du Mal:
Viens, mon beau chat, sur mon coeur amoureux;
Retiens les griffes de ta patte,
Et laisse-moi plonger dans tes beaux yeux,
Mêlés de métal et d’agate.
[…]
Edgar Allan Poe, invece, recupera il simbolismo medievale proponendo un Black Cat angosciante mentre persino Pablo Neruda gli dedica un sonetto, Oda al Gato: […] El gato – sòlo el gato – apareciò completo – y orgulloso […]; ma anche tanti altri uomini di indiscussa genialità gli dedicarono parole d’affetto, come Leonardo da Vinci “Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro” o Konrad Lorenz “Il gatto è una creatura indipendente, che non si considera prigioniera dell’uomo e stabilisce con lui un rapporto alla pari”.
Oggi, lontano dai vecchi momenti di gloria e sfavore, è uno degli animali più amati od odiati.
Ciò che gli viene più rimproverato è di essere un animale freddo e calcolatore, ingrato e volubile.
Ma spezziamo una lancia a suo favore.
Il gatto è un animale dalla forte personalità e dalla spiccata intelligenza; egli si rapporta all’uomo da pari se non, addirittura, da superiore comportandosi con assoluta indipendenza e decisione. È questo, forse, ad urtare chi non lo apprezza: chi, infatti, ricerca la compagnia appassionata e fedele del cane non sempre comprende la complessa mentalità felina. Presumere di approcciarsi ad un gatto come a qualsiasi altro animale è la mossa giusta per alienarsi la sua fiducia e, quindi, la sua amicizia. Il gatto, difatti, seleziona i propri intimi e non a tutti è permesso lo stesso livello di confidenza. È lui a decidere chi o cosa siamo per lui: un cucciolo, un fratello, un genitore, un amico o un estraneo e può anche capitare che agisca con malcelato disprezzo di fronte a comportamenti che non condivide.
Potrebbe sembrare strano parlare di un gatto in termini umani ma, anche se l’aspetto è differenze, niente potrà togliere a questo animale la capacità di sorprendere, divertire e commuovere come un qualsiasi altro nostro simile a due zampe… ops, gambe. Perché il gatto possiede il fascino e il mistero delle sfingi antiche: di quella greca, che sulla strada per Tebe proponeva un quesito ai passanti e divorava coloro che non riuscivano a risolverlo, e quella egizia posta a protezione delle case eterne dei sovrani. Entrambe eterne e stoiche richiamano le caratteristiche di questo piccolo felino che domina le nostre case:
Come le grandi sfingi che indugiano attraverso l’eternità in nobili atteggiamenti sulla sabbia del deserto, i gatti osservano tutto senza curiosità, calmi e saggi. (Charles Baudelaire)
Francesca Stefanachi
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