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Lug 30, 2010 Attualità, World Wide
Il 25 giugno sarà ricordato come quel giorno del 2009 in cui The King of Pop morì a causa di un attacco di cuore a seguito di un’iniezione esagerata di Propofol, un anestetico, e per la quale il medico Conrad Murray è stato accusato di omicidio colposo. Sembra un cliché cinematografico. Il famoso divo amato dalle folle che si spegne, accidentalmente ed improvvisamente, lasciando il mondo di stucco e una schiera di fan sconvolti.
Per quanto riguarda Michael Jackson, non poteva accadere in un momento più particolare; all’epoca si stavano, infatti, ultimando i preparati per il nuovo e grandissimo tour che il cantante e ballerino avrebbe iniziato da lì a poche settimane. Il lancio postumo della canzone This is it, da cui il nome del tour, è stato l’ultimo atto della sua incredibile carriera. Le conseguenze cui quella fatale puntura hanno portato, sono ancora sotto i nostri occhi. Il nome di Michael è decollato a nuova vita, portando il suo valore economico a cifre esorbitanti. La vendita di gadget, cd e oggetti appartenuti alla star, nonché contratti sullo sfruttamento delle canzoni già esistenti e inedite hanno fatto guadagnare milioni di dollari: 900 milioni di dollari incassati solo grazie al film, 2,3 milioni le canzoni scaricate in tutto il mondo, 415.000 gli album venduti nei primi 4 giorni dopo la morte, un accordo di 250 milioni di dollari con la Sony e così via.
Dappertutto si ricorda e si ripercorre la vita, gli eccessi e i misteri dell’uomo e i successi musicali del divo:
dagli albori con i Jackson 5, al lavoro da solista, al tracollo della sua immagine con la causa in tribunale e la vendita di Neverland. E da ultimo il 2009, l’anno che avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio grazie al tour e che ha finito per assistere alla sua fine. Ma lasciamoci alle spalle le dicerie e i silenzi, le menzogne e le esagerazioni che hanno circondato l’uomo per ricordare l’artista eccezionale che era e che ha cambiato il mondo della musica. Pensiamo a Thriller. Nel silenzio uno scricchiolio e il cigolio di una porta che si apre.
Dei passi e la porta si chiude. Un tuono, un ululato e ed ecco che inizia la musica e nuovamente l’ululato di sottofondo… Nel video ecco Michael e una giovane ragazza al cinema, per vedere un film dell’orrore.
Spaventata lei corre fuori e Michael, giovane e pieno di vita, la rincorre ridendo. Si incamminano quindi e, sulla strada del ritorno, Michael canta e balla per lei. Per caso i due passano davanti ad un cimitero e… all’improvviso un gruppo di zombie li raggiunge e li circonda. I ragazzi si stringono l’un l’altra finché, voltandosi verso Michael, la ragazza si accorge con terrore che anche lui è uno di loro. Michael è uno zombie. La giovane scappa terrorizzata e si rifugia in una vecchia casa; in poco tempo quelle creature le sono addosso e riescono ad entrare. Il Michael – zombie le si avvicina e noi, assieme a lei, chiudiamo gli occhi impauriti. Ma ecco che, così come sono arrivati, con un battito di ciglia quei mostri spariscono e un Michael normalissimo porge la mano alla ragazza e la conforta. Poi un mezzo ghigno… e due occhi fiammeggianti che ci fanno capire che quello non è stato solo un incubo. Michael produsse questo capolavoro che fu il vero inizio della sua incredibile carriera da solista e che gli fece guadagnare ben 8 Grammy nel 1984 e una stella sulla Walk of Fame a Los Angeles. Il cortometraggio, girato come video della canzone, è stato diretto da John Landis e vanta la partecipazione di Vincent Price come voce narrante; dura 13 minuti circa e si può considerare il vero inizio dell’era dei video musicali. L’album a cui appartiene Thriller risulta ad oggi il più venduto nella storia della musica con 110 milioni di copie dall’anno di pubblicazione, il 1982.
Da quel momento non ci sono più dubbi sull’enorme talento di Michael che, pochi anni dopo, verrà soprannominato di diritto dall’amica Liz Taylor, King of Pop. Seguono Bad, Man in the Mirror, Smooth Criminal, Jam, Heal the World, Remember the Time, Billie Jean, Black or White e un’infinità di altre canzoni. Ma non è solo la sua capacità di scrivere e cantare un album di successo dietro l’altro ad evidenziarne la genialità; lo è anche la sua incredibile capacità di ballare e di coinvolgere gli astanti con movimenti precisi e misurati. Questo è stato Michael Jackson. Musica ritmica e incalzante, movimenti coinvolgenti e look da divo in continua evoluzione. Video sorprendenti e un susseguirsi di mutamenti, riadattamenti e situazioni nuove e spettacolari proposte ad un pubblico adorante. Per non parlare dei messaggi che l’artista ci ha lanciato con i suoi testi… Uno per tutti è Black or White in cui balla viaggiando tra diverse nazioni e popoli in giro per il mondo utilizzando, tra l’altro, l’allora nuova tecnica del morphing. Oppure We Are the World, brano scritto e composto assieme Lionel Richie nel 1985 a scopo benefico e a cui parteciparono 45 musicisti e 21 cantanti tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder, Diana Ross, Ray Charles, Tina Turner, Billy Joel, Bob Dylan, Bruce Springsteen e Dionne Warwick. E come non ricordare lo show benefico del 1999 a Monaco, in cui Michael Jackson & Friends diedero il loro contributo con un enorme concerto di beneficenza i cui beneficiari furono l’UNESCO, la Croce Rossa e il fondo per l’infanzia Nelson Mandela. Si, quello sul palco era un uomo in fondo, con segreti e difetti, debolezze e una fragilità tutta sua ma anche un grande cuore e un enorme talento. Chi potrebbe dubitare, infatti, che egli non fosse un genio nel suo campo? Un artista che rimarrà vivo attraverso le sue opere.
Eleonora Dafne Arnese
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