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Lug 06, 2010 Cosa bolle in Pentola
Una visita in Franciacorta, l’angolo della provincia di Brescia posto a sud del Lago d’Iseo, non dà solo l’opportunità di conoscere da vicino una delle produzioni vitivinicole più interessanti d’Italia, divenuto un vero e proprio caso degli ultimi anni. È anche l’occasione per scoprire un luogo del Belpaese dove affascinanti paesaggi, architettura, storia, ristorazione d’eccellenza e – appunto – affermata presenza “enoica” si incrociano, creando un mix davvero particolare.
Sarete giunti in zona in auto (uscite A4 Rovato o Palazzolo) oppure in treno (FS fermata Rovato, e da qui la – rara – coincidenza per Iseo col locomotore delle Ferrovie Nord che proprio lo scorso giugno, dopo 35 anni, ha ripreso il trasporto passeggeri), mentre l’aeroporto più vicino è quello di Bergamo Orio al Serio (a 25 km).
Vorrete anzitutto conoscere il famoso vino spumante, anche se questa definizione farà arricciare il naso ai chi incontrerete nella zona. Il “Franciacorta” infatti, così come lo champagne, vuole racchiudere nella sua denominazione (unica DOCG italiana per uno…spumante) sia il luogo d’origine, che il metodo di lavorazione, che il prodotto finito, ovvero le bollicine italiane oggi più glamour. Vini fermi ve ne sono, e pure di ottimo livello, ma se ne vorrete, ricordatevi di chiedere un “Curtefranca”, nome che racchiude la DOC relativa a bianchi e rossi.
Un primo luogo per farvi un’idea della produzione del territorio è una visita alle Cantine di Franciacorta, lungo la strada che collega Rovato con Iseo. Troverete, comodamente divisi per azienda, buona parte delle etichette della zona. Per approfondire la storia del vino in Franciacorta, conoscerne da vicino il metodo di lavorazione, e visionare alcuni degli scorci più suggestivi di questi luoghi, è poi consigliabile una visita in cantina. Vi è una ormai consolidata tradizione di ospitalità: bei esempi si trovano ad Erbusco in Bellavista oppure in Cà del Bosco, l’affermata azienda di Maurizio Zanella, attuale presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta (www.franciacorta.net), o – ancora – in Barone Pizzini (a Cortefranca).
Innumerevoli i luoghi da visitare. Le pievi, le ville patrizie, i borghi punteggiano il territorio dei 19 comuni franciacortini senza soluzione di continuità. Tra i primi per interesse storico artistico, Villa Lechi – a le altre ville nobiliari contigue – e la Pieve ad Erbusco; il castello di Passirano, e quello di Bornato, a Cazzago San Martino, dove altre splendide ville sono disposte lungo la strada tra il capoluogo Cazzago e le frazioni Calino e Bornato. Borgonato (dove ha sede la storica etichetta Berlucchi) ed il monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio possono essere considerate le due tappe d’avvicinamento a Iseo, capitale dell’omonimo lago, che seppur non collocata nel territorio della Franciacorta, con essa mantiene salde e fruttuose relazioni. Per una panoramica completa dei luoghi d’interesse, utile il sito della Strada del Vino (www.stradadelfranciacorta.it ) associazione che ha predisposto pure dei palmari portatili da noleggiare attraverso i quali, grazie ad un reticolo georeferenziato, si viene guidati lungo tutta la zona.
La ristorazione è uno dei punti saldi della Franciacorta, così come in tutta la provincia di Brescia. Basti pensare alle Due Colombe (stellato Michelin, il cui chef Stefano Cerveni segue un’attenta linea di evoluzione dalla cucina di Rovato, storica piazza di un mercato bovino tra i principali del Nord); alla Dispensa dei pani e dei vini (Torbiato d’Adro) regno dell’ecclettico Vittorio Fusari, creativo custode dei prodotti e delle tradizioni del Lago d’Iseo, che lasciato da alcuni anni lo storico “Volto” oggi guida questo versatile spazio, di volta in volta ristorante, wine bar, bottega. Cucina a scavalco tra Franciacorta, lago e pianura la troverete alla Villetta di Palazzolo sull’Oglio, tra le ultime – è più belle – testimonianze di antiche osterie ferroviarie. Su di una linea più basica, ma onesta, l’affidabile Piazzetta a Calino di Cazzago.
Per dormire non mancano le occasioni per tutte le tasche: per i più esigenti immancabile la citazione per il Relais Chateaux L’Albereta, con la Spa di Henri Chenot, dove ha pure sede il ristorante di Gualtiero Marchesi, che da 15 anni ormai ha eletto Erbusco e la Franciacorta a sua seconda patria. Altrimenti, fate affidamento al buon albergo d’affari Touring a Coccaglio, o all’accogliente Iseolago Hotel, ancora una volta a Iseo.
Matteo Belloni
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