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Mar 12, 2009 Cosa bolle in Pentola
Nel giro di due soli giorni le nostre squadre impegnate nella Champions League si sono ritrovate fuori dai giochi.
La sfida tra i club inglesi e quelli italiani ha emesso un verdetto inequivocabile: Italia 0 Inghilterra 3.
Eppure, al cospetto di questo, nessuna tra Juventus, Inter e Roma ha nulla di cui vergognarsi, tutte sono uscite a testa alta e soprattutto con qualche rimpianto di troppo per quello che poteva essere e non è stato.
I club londinesi Chelsea ed Arsenal hanno avuto la meglio rispettivamente su Juventus e Roma, mentre il Manchester United, detentore del trofeo e campione del mondo per club in carica, ha avuto ragione sui campioni d’Italia dell’Inter.
In questi stessi giorni il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo sulle sue colonne, da poco aperte anche allo sport, sulla crisi del sistema calcio nel nostro Paese.
Il confronto con l’Inghilterra è continuo e spesso impietoso.
Gli autori dell’articolo sostengono che il declino del calcio italiano sia stato inesorabile dagli anni ’90, nonostante la parentesi della vittoria dei campionati dei mondiali di calcio da parte della nostra nazionale nel 2006.
Prima il campionato italiano era ambito e tutti i più grandi giocatori spingevano per venire a giocare nel nostro Paese, vere e proprie stelle come Diego Armando Maradona o Zinedine Zidane.
Oggi al contrario, il campionato più ambito per le star del pallone, è senza dubbio la Premiere League.
Nonostante il calcio in Italia sia ancora lo sport più popolare e seguito, gli stadi sono obsoleti e invece di essere di proprietà dei club, come avviene nel Regno Unito, sono di proprietà delle istituzioni locali, le quali hanno poco interesse ad investire per l’ammodernamento degli impianti.
L’Arsenal invece, ha inaugurato l’Emirates Stadium a nord di Londra nel 2006, dopo aver investito circa 400 milioni di dollari per il sontuoso progetto.
Gli stadi in Inghilterra sono strutture polifunzionali che consentono alle squadre di ottenere introiti non solo dalla vendita dei biglietti delle partite casalinghe, ma anche dall’indotto che ruota attorno ad uno stadio moderno, il cui core business è l’avvenimento calcistico, ma non rimane l’unica fonte di guadagno per il club.
Il paragone continua incalzante e, ovviamente, sempre a nostro discapito.
In compenso ai prossimi mondiali di calcio che si celebreranno in Sudafrica nel 2010, la federazione inglese per riuscire a riportare il titolo mondiale alla squadra di Sua Maestà, ha chiamato un allenatore, incredibile ma vero, italiano: Fabio Capello.
Norman di Lieto
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