Flipmagazine Cristiana Capotondi in scena con La vittoria è la balia dei vinti al Quirino

Cristiana Capotondi in scena con La vittoria è la balia dei vinti al Quirino

Dic 12, 2024 Cultura, Teatro & Cinema

Cristiana Capotondi in un ritratto trasmesso dall’Ufficio Stampa

Roma

Cristiana Capotondi, romana doc, diventa per l’occasione una fiorentina d’eccezione.

Martedì scorso la Capotondi ha debuttato al Teatro Quirino con la prima di sei serate, accompagnata dalle musiche di Jonis Bascir, che hanno reso il teatro una vera e propria realtà virtuale, tra immaginazione, storia, sogno e vita quotidiana. Dopo pochi attimi lo spettatore è all’interno della Firenze degli anni ’40 e nei sogni della figlia scenica della lentigginosa Cristiana ed è bravissima nel teletrasportarci nella ‘sua’ storia.

Con i tipici cliché dei toscani—un po’ boriosi ma irresistibilmente simpatici e autoironici—Cristiana gioca con scherzi leggermente audaci per conquistare il pubblico e scatenare l’entusiasmo, ironizzando proprio alla toscana. Non esita anche a fare battute sulle sue forme, aggiungendo un tocco di leggerezza e divertimento.

La scena, si anima in molteplici modi: balla, canta e ringrazia il pubblico, rendendo omaggio alla storia che l’ha ispirata.

Uno degli aspetti più affascinanti dello spettacolo è la sua interattività: Cristiana coinvolge, naturalmente il pubblico in vari momenti, creando un’atmosfera vivace e avvolgente.

Nonostante uno sfondo malinconico e nostalgico, facendo riferimento anche a fatti di guerra storici e purtroppo non troppo lontani da alcuni avvenimenti moderni, toccando anche la nostra sensibilità.

Firenze infatti nel 1943 non fu liberata da una flotta inglese Wellington, ma piuttosto dalla avanzata delle forze alleate durante la Seconda Guerra Mondiale. La città di Firenze fu liberata il 4 agosto 1944 dalle truppe americane, in particolare dalla 88ª Divisione di Fanteria.

Tuttavia, ci furono diversi bombardamenti aerei da parte degli Alleati su Firenze nel corso della guerra, che causarono danni significativi e vittime tra la popolazione civile. I bombardamenti miravano a colpire obiettivi militari e infrastrutture strategiche, ma spesso colpirono anche aree residenziali.

Tutto questo viene raccontato in chiave di sogno e realtà, tra palazzo Pitti e la nobiltà acquisita grazie a un fortunato matrimonio e dopo alcune disavventure. La storia è raccontata alla bimba, su uno sfondo bianco ma tridimensionale, che si accende come i pensieri della piccola, a cui mancano le storie della sua mamma, che riesce a raggiungerla comunque tramite una video chiamata. “Il papà non è bravo quanto lei a raccontare”.

Il legame emotivo che si crea è quasi subitaneo, è facile ritrovarsi nei personaggi e la Capotondi è diretta fluentemente da Marco Bonini, anche autore del testo, che la rende labile e libera, facendola esprimere talmente bene da lasciarci tutti soddisfatti a fine visione.

Arianna Tomassetti

Giornalista

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