Flipmagazine BoEm e la Poesia, un rapporto carnale

BoEm e la Poesia, un rapporto carnale

Dic 02, 2024 Arte & Musica, Cultura

I libri di Poesia di BoEm

Premessa: è noto che la Poesia rimanga nel panorama letterario un settore a sé, spesso sbilanciato tra l’elitario e la sagra di paese. Nella realtà la Poesia è la forma, lo strumento più immediato e naturale per comunicare e la sua forza sta tutta nella comprensione del testo e nelle risposte che un testo dà al lettore.

In pratica tutto questo porta a sviluppare una pletora di persone che si cimenta in testi che della poesia hanno pochissimo, spesso sono involuti, incomprensibili, attorcigliati su sé stessi, perché magari si crede che la Poesia, per essere tale, debba essere per forza involuta e difficile.

Risultato: i poeti sono pochissimi, quelli professionisti, che vivono con la poesia e la portano in letture, dibattiti e recital pubblici, pubblicano libri o plaquette, mentre è sempre più folto il gruppo dei non poeti, i poeti della domenica, che scrivono affastellando parole, spesso fuori misura.

Tra le donne questo andazzo si conferma senza sforzi, così come tra gli uomini.

Dopo Alda Merini, autrice controversa, altalenante, forte e a volte troppo prolifica, Patrizia Cavalli è stata una poetessa che, a parte qualche testo quasi incomprensibile, ha dato tanto con i suoi versi robusti.

A Milano, da qualche anno è molto attiva Emanuela Botti, in arte con il nom de plume BoEm, che pubblica, crea e partecipa a letture pubbliche e occasioni di incontro e impegno con generosità, ogni volta che l’occasione lo permetta.

BoEm è arrivata alla Poesia in età matura, ma subito è venuta alla luce la sua vena, il suo talento che si esprime con testi diretti, che spesso arrivano come schiaffi al lettore, grazie alla capacità di unire parola e sentimento, con muscolosa determinazione.

L’autrice ha pubblicato tre raccolte, in qualche caso con tono da poemetto, ma sempre con una coerenza stilistica che la pone tra le possibili continuatrici della Poesia di Merini e Cavalli, con una propria cifra stilistica, molto personale.

A nostro parere, BoEm a volte scrive troppo e si sa che in un libro di versi, i testi validi non sono mai numerosi, anche se in questo caso bisogna riconoscere all’autrice la capacità, anche quando va oltre i trenta componimenti, di saper tenere il ritmo con un pathos che cerca di non esser mai calante.

Se scegliamo di segnalare alcuni versi manifesto dell’autrice milanese propendiamo per questi che sono di rara forza ed efficacia:

“Gli uomini che si voltano a guardare le nostre chiome

o più in basso

sembra non vogliano guardarci negli occhi

Noi fate ingorde

abbiamo sguardi anche tra i capelli

e ancora nell’estro delle natiche

Gli uomini che si voltano

rinunciano all’istinto di leggerci l’anima”

Versi da brivido, senza dubbio.

Alain Bataclan d’Onsvers

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