Ultimo Aggiornamento giovedì 7 Novembre 2024, 10:48
Feb 05, 2024 Lifestyle, Società
Ho conosciuto e frequentato Aldo Aniasi, dall’inizio degli anni Settanta fino ai primi anni Duemila. Ho potuto così discutere animatamente con lui, partecipare ad iniziative comuni, ma anche, valutare la sua grande esperienza, la vita avventurosa e la passione per la politica e per l’impegno amministrativo.
Durante la guerra, mentre frequenta il Politecnico di Milano, si dedica all’attività politica clandestina contro il regime fascista, diffondendo testi proibiti, organizzando riunioni e convegni. Dopo il crollo del regime e dopo l’8 settembre del 1943, si impegna in prima persona nella lotta antifascista, assaltando treni tedeschi, carichi di alimenti, di vestiti e di armi. Decide poi di recarsi in Valsesia con alcuni amici del milanese e del lodigiano, costituendo un battaglione di partigiani, inserito nella quindicesima brigata Garibaldi. Sui monti della Valsesia impara ad usare le armi e a sopportare la difficile e pericolosa vita partigiana, fatta anche di tanti sacrifici e di quotidiani lavori umili. Da semplice partigiano, Aldo diventa capo squadra, poi commissario politico di distaccamento, comandante di Brigata, comandante di Divisione. Passa di valle in valle, fino alla Val d’Ossola, dove comanderà la seconda divisione Garibaldi, con il nome di battaglia “Iso Danali”, anagramma di Aldo Aniasi e parteciperà alla vita della “Repubblica dell’Ossola”, la più nota tra le repubbliche partigiane, dalla quale sono stati tratti diversi film e sceneggiati televisivi.
Dopo ripetuti combattimenti contro le truppe naziste e fasciste, il 27 e 28 aprile i partigiani della Val d’Ossola sono nella Milano liberata e partecipano alla grande sfilata nelle vie milanesi per festeggiare la Liberazione. Aldo Aniasi viene decorato con la medaglia d’argento al valor militare. Da quel momento verrà sempre chiamato “Iso”, il “Comandante Iso”.
Nel dopoguerra, si iscrive al Partito Socialista, diventando successivamente componente del Direttivo della Federazione milanese, poi membro del Comitato Centrale e, nel 1972, componente della Direzione Nazionale del Partito.
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale si impegna nell’Ente di assistenza milanese e nella costituzione dell’Associazione degli Enti Nazionali di Assistenza, lanciando l’idea di un “piano nazionale di sicurezza sociale per tutti i cittadini”.
Nel gennaio del 1947, convinto che i socialisti debbano essere autonomi dal Pci, aderisce al PSLI, poi divenuto PSDI di Saragat, insieme al gruppo di “iniziativa socialista”, cui partecipano, tra gli altri, Giuliano Vassalli, Italo Pietra, Leo Solari. E’ un periodo difficile, di dibattiti, di scontri tra i vari raggruppamenti socialisti e Aniasi, nel 1957, ritorna nelle file del Partito Socialista.
Si impegna come amministratore al Comune di Milano per oltre un decennio. Nel 1951 è consigliere comunale, tra il 1954 e il 1959 è assessore all’Economato, dal 1961 al 1964 è assessore ai Lavori Pubblici, dove promuove, tra le altre, diverse iniziative di edilizia popolare e nel 1967 è Sindaco di Milano e lo sarà fino al 1976, quando diventerà deputato. E’ un Sindaco molto popolare, amato e ricordato dalla popolazione milanese per molti anni.
Si batte per la smilitarizzazione del corpo della Polizia (realizzata poi nel 1981) e per la costituzione del Sindacato di Polizia. E’ spesso in polemica con l’allora prefetto di Milano, Libero Mazza, contestando apertamente e pubblicamente la teorie del Prefetto che sostiene l’idea degli “opposti estremismi”.
In questo periodo ottiene la medaglia d’oro al “Merito dell’Istruzione e della Cultura” per la sua intensa attività politico – istituzionale. E’ Presidente del Centro di Collaborazione tra le Grandi Città del Mondo. Fonda il Circolo di via De Amicis, luogo di incontri e di dibattiti della sinistra milanese ed è Presidente della Federazione Italiana Associazione Partigiani (FIAP), subentrando in questo incarico a Ferruccio Parri.
Nel 1976, eletto alla Camera dei Deputati, vi rimane fino al 1994. Tra il 1980 e il 1982 è prima Ministro della Sanità (realizza il fondamentale Servizio Sanitario Nazionale gratuito e uguale per tutti) e poi Ministro per le Regioni. Nei successivi dieci anni è Vice Presidente della Camera dei Deputati. (Continua…)
Carlo Bolognesi
Sociologo
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