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Lug 23, 2023 Lifestyle
Alla scomparsa di Maurizio Costanzo, avvenuta qualche mese fa, si sono susseguiti tanti commenti che hanno esaltato il personaggio come innovatore del linguaggio, giornalista originale nel fare interviste incisive, sia ai potenti, sia all’uomo comune, oltre a personaggi dalle caratteristiche particolari. Sono stati meno evidenziati, invece, le battaglie e gli argomenti che hanno impegnato il popolare conduttore televisivo contro la mafia e sono state sottaciute le trasmissioni contro la droga, le sette, i pedofili.
Nelle tante trasmissioni a lui dedicate è stato sottovalutato o, addirittura, dimenticato il suo impegno altamente innovativo esercitato nella radio. Infatti, nel 1970 Costanzo conduce in Rai ‘Buon pomeriggio’, un programma contenitore popolarissimo, che registra alti indici di ascolto. Si tratta di conversazioni e rapidi flash dedicati a problemi civili e culturali, momenti di collegamenti in diretta e brevi passaggi musicali. Il tipo di formato anticipa le future trasmissioni televisive ‘Bontà loro’ in RAI e poi ‘Maurizio Costanzo Show’ sulle reti Fininvest, tutti programmi che privilegiano il contatto con il pubblico e che vedono ospiti personaggi della vita comune, cantanti, attori, comici, politici, polemisti, esponenti della vita nazionale ed internazionale. Costanzo impone conversazioni cordiali, argomenti chiacchierati, scambi di battute, accende polemiche: il tutto teso a ricreare il contesto tipico del salotto.
Nei primi anni Settanta del Novecento si avverte la crisi del servizio pubblico radiotelevisivo: crisi di idee, di offerte di programmi innovativi e La RAI si ostina a mantenere un assurdo monopolio del settore. In contrapposizione, nascono le prime radio definite ‘pirata’, oppure ‘libere’, termini coniati rispettivamente dai denigratori o dai fautori delle nuove emittenti.
Molti di noi, allora giovani giornalisti, si cimentano subito attraverso le nuove emittenti e traggono tanti spunti dal maestro – conduttore Costanzo. Nel 1975 vengo nominato direttore di “Radioltrepò”, che dal 1973 trasmette musica e annunci pubblicitari. Introduco un notiziario flash, telefonate dirette con gli ascoltatori, rubriche e programmi contenitori, giochi di domande e risposte in musica.
Nel 1978 passo a dirigere “Tele radio CBC” (Clastidium Broadcasting Corporation), emittente televisiva che, dalle colline oltre padane, si irradia su gran parte della Pianura Padana.
Organizzo nel palinsesto varie rubriche tematiche. Seguo attentamente “Bontà loro”, il programma RAI di Costanzo, che diventa il primo talk show, poi ripreso e sperimentato da tanti conduttori televisivi.
Realizzo “L’opinione dei nostri”, un talk show che fa scontrare due personaggi profondamente diversi: il pranoterapeuta ed il medico tradizionale, la femminista e la ragazza frivola, l’imprenditore ed il sindacalista ecc. Seguendo Costanzo, affino l’arte di porre domande e, dopo un’accesa e fomentata discussione tra i due ospiti in studio, apro, in diretta, le telefonate degli ascoltatori.
Ai primi di settembre del 1979 il proprietario della televisione mi dice che occorre andare ad intervistare Maurizio Costanzo a Milano, nella sede del Corriere della Sera. Costanzo, infatti, sta lanciando un giornale innovativo ‘L’occhio’, edito dalla Rizzoli. Progetta un giornale popolare, formato tabloid, sul modello dei giornali inglesi: logo rosso, fotografie choc, titoli emozionanti, numerose rubriche, dall’oroscopo, alla cucina, dallo sport agli spettacoli. Dal 18 settembre al 9 ottobre il giornale viene testato nell’area di Pavia e Costanzo vuole che la nostra televisione diffonda assiduamente la mia intervista. Entro con i cameramen nell’ufficio di Costanzo che con i suoi numerosi collaboratori occupa una parte dello spazio riservato al Corriere della Sera. Dopo le presentazioni, Costanzo mi illustra dettagliatamente i caratteri del nuovo giornale, elementi base sui quali preparare l’intervista. Inizio con una domanda provocatoria, chiedendogli come mai gli italiani dovrebbero acquistare un secondo quotidiano, mentre, è risaputo, che sono scarsi lettori del primo. Mi spiega perchè il giornale avrà successo, illustrandomi le varie parti del quotidiano e le grandi novità apportate rispetto agli altri quotidiani, soprattutto in termini di facilità di lettura. Passo quindi a porre domande personali, sul suo impegno in Rai e, poi, tento di strappargli qualche sua opinione politica, inutilmente. L’intervista vera e propria dura 35 minuti. Quindi, oltre all’esortazione di mandarla in onda molte volte durante la giornata, si mostra molto interessato ai programmi della nostra emittente, specialmente al mio telegiornale che si compone di tre parti: 1) storie dall’Italia e dal mondo (una cronaca che racconta i fatti della giornata, come tante storie con un inizio ed una fine) 2) cronache dall’Alta Italia ed, infine, 3) ‘contatto – filo diretto con gli ascoltatori’, uno spazio riservato ai telespettatori che intervengono con commenti, opinioni, polemiche su quanto è accaduto durante la giornata. Tra premessa, intervista e discussione conseguente, mi accorgo che ho dialogato con Costanzo per quasi due ore. Me lo fa notare, dicendomi che non è solito rilasciare interviste e, in specie, così lunghe.
Dopo il positivo esperimento nell’area pavese, il quotidiano L’occhio, viene lanciato a livello nazionale il 19 Ottobre, con una tiratura di oltre 600 mila copie, quasi tutte vendute, un record per la stampa italiana. Col tempo, però, la novità scende ed il giornale viene chiuso nel 1981, anche in seguito al coinvolgimento nella loggia massonica P2 dell’editore Rizzoli e dello stesso Costanzo. Nonostante la chiusura del giornale, la nostra emittente manda ancora in onda, per alcuni mesi, una sintesi della mia intervista a Costanzo, tolte la parti riguardanti prettamente il quotidiano. Nel 1980 Costanzo lancia PIN, la prima emittente privata indipendente a livello nazionale e, alle ore 21, conduce un breve telegiornale che chiama proprio “contatto”. Dopo tante ispirazioni tratte dal conduttore, sono contento di avergli suggerito, indirettamente, un nome per il suo telegiornale. Incontro Maurizio Costanzo vent’anni dopo, nel 2000. L’incontro avviene in collegamento televisivo da Roma a Piacenza, davanti ad una Chiesa profanata, dove mi trovo, intervistato da Carlo Maria Lo Martire su una sconcertante storia di satanisti operanti nel territorio oltre padano. E’ Maria De Filippi che, avendo letto i fatti sui giornali ed essendo originaria di Mornico Losana, piccolo comune confinante con Santa Giuletta, dove ricopro la carica di Sindaco, mi fa chiamare per l’intervista. Durante la trasmissione, andata in onda nella stessa serata, Costanzo si collega con me tre volte, mi pone varie domande sul tema, modera e frena Lo Martire che vorrebbe farmi domande imbarazzanti e rivelare nomi che non posso in alcun modo rivelare. A Roma, intanto, nel salotto del “Costanzo Show”, interagiscono vari ospiti: Cofferati, segretario generale della CGIL, Bonolis e Laurenti, un giovane ossessionato dai satanisti ed un esorcista.
Gli episodi che ho descritto hanno generato nei miei concittadini la convinzione che sarei stato in continuo contatto con Maurizio Costanzo. Pertanto, nonostante le smentite in merito, nel mio territorio venivo spesso chiamato “l’amico di Costanzo”.
Carlo Bolognesi
(Sociologo)
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