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Feb 26, 2010 Cosa bolle in Pentola
Succede che ci si debba sposare semplicemente perché dopo tanti anni di convivenza e di conoscenza si debba seguire la strada già intrapresa.
Al giro di boa dei 30 anni molte giovani coppie, dopo anni trascorsi insieme, si sposano, perché è giusto così, perché altrimenti non sarebbe poi così semplice trovare un’altra persona che mi conosca, mi ami(?) e mi scelga (?), potrebbe volerci troppo tempo, forse potrei anche rischiare di non trovarla mai.
Che direbbero i genitori, i vicini di casa, i parenti, gli amici dei miei genitori, i cui figli sono già sposati dopo essere stati fidanzati per 10 anni?
Il salto nel buio provoca ansia e smarrimento e, molte sono le coppie, che hanno la paura fortissima di rimanere sole.
Perché spezzare una coppia, con il rischio di rimanere senza nessuno a fianco e non aver concluso nulla?
Vediamo un po’ di numeri, fonte l’Osservatorio della Famiglia e la Persona di Milano.
Sono in costante aumento i matrimoni di giovani coppie ( fascia d’età tra i 27 e i 37 anni ) con figli ( 36%) e quelle di coppie senza figli ( 64%) che si separano, in media, non appena varcati i 2/3 anni di matrimonio ( e, inoltre, sono numerose le coppie che non superano nemmeno questo scoglio).
Questo dato da chi è rappresentato?
Forse da chi è arrivato all’appuntamento del matrimonio, con il fiato corto, o decisamente impreparato ad affrontare un impegno sfibrante, logorante, ma anche portatore di emozioni uniche, degne di essere vissute appieno, senza se e senza ma.
Ora, risulta semplicistico definire che i tempi sono diversi.
I cambiamenti epocali che hanno segnato la nostra società e la nostra cultura hanno provocato uno tsunami poco comprensibile, per le generazioni passate e che vivono con disagio, la libertà eccessiva dei figli, nel convivere, prendersi e lasciarsi, in un batter d’occhi.
Forse oggi, non si sceglie davvero la persona che si sogna al proprio fianco, sembra che in un’ottica di tempi ristretti, di frenesia continua e di solitudine metropolitana, una persona valga l’altra, dato che non si ha più né il tempo, né la voglia di mettersi in gioco, di conoscersi davvero, di scegliere il partner perché lo si ritiene, davvero, quello ideale con cui vivere.
Le prospettive non esistono più, si vive alla giornata, senza un progetto definito, senza vedere aldilà di un orizzonte temporale ristretto, quanto il passare di una stagione. La convivenza e il matrimonio diventano così un fatto episodico, casuale, come partecipare ad uno stage.
Alfonso della Mura
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