Ultimo Aggiornamento lunedì 2 Dicembre 2024, 5:11
Mag 19, 2023 Attualità, Italia
I nostri Lettori, per lo più addetti in aziende medie nei vari settori, provenienti dall’Italia, ma anche da altri Paesi europei, ci chiedono di avere da noi qualche informazione sull’Intelligenza Artificiale, una realtà che li preoccupa, perché fanno fatica a comprenderne i lati positivi e utili e tendono a focalizzarne gli aspetti negativi, in una prassi ormai tipica di questi anni che prediligono, in modo particolare on line, dubbi, negatività e possibili complotti.
FlipMagazine, come sempre attento a chi lo segue e, nella sua ottica di libertà e non profit, ha cercato chi poteva illuminarci con la sua esperienza.
A questo proposito, abbiamo seguito i lavori di presentazione da parte di Deloitte, l’Azienda di servizi di consulenza informatica e revisione contabile, con headquarter a Londra, di un loro lavoro di Ricerca, che ha come linea guida ‘Lo stato dell’arte delle imprese italiane’, presentato a Roma di recente, con una presenza interessante di alcuni giovani manager trentenni, dettaglio insolito per l’Italia, dove questi eventi vengono condotti da addetti, sopra i cinquant’anni.
Dall’indagine e dagli interventi dei manager e partner Deloitte emerge con chiarezza che l’IA è presente in quasi tutti i piani strategici delle principali aziende italiane. Questa tecnologia è un elemento che fa la differenza, in termini di posizionamento competitivo dell’impresa, a medio termine.
In particolare, le aziende italiane riconoscono l’importanza della definizione di una strategia per lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Il 60% di chi ha risposto ai quesiti dell’indagine, appartenenti al settore finanziario, ha peraltro già definito una strategia. Invece, per gli altri settori, solamente i grandi player hanno una strategia già definita.
A latere della presentazione ha preso vita un panel di esperti e, in particolare, Silvia Attanasio, presidente di ABI Lab, Vincenzo Di Nicola, responsabile per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale INPS hanno messo in evidenza come l’IA sia una leva strategica e valida per l’organizzazione in generale e, in dettaglio, delle numerose domande che ricevono via email e Valter Fraccaro, presidente SAIHUB, ha spiegato come si possano anche ridurre i costi della ricerca farmacologica.
Un’ulteriore conferma di questo status quo lo conferma Stefano Turchetta, Senior Manager Deloitte, che ci racconta che l’IA è diventata una parola chiave nell’ultimo decennio e come, in certi settori, per esempio il riconoscere le immagini, sia persino superiore all’umano. A Turchetta abbiamo trasmesso il timore dei nostri Lettori di essere sostituiti nel posto di lavoro dall’IA e di potere perdere di conseguenza il lavoro, in futuro. Il giovane manager romano ci ha rassicurati, sostenendo che non bisogna dimenticare che l’innovazione tecnologica fa parte dell’evoluzione della vita e del lavoro, basti pensare alla rivoluzione industriale. Senza dubbio, la capacità intellettuale e la creatività rimangono praticamente intatte e in generale l’IA è un ausilio per il lavoro che non deve creare timori, ma ne va compresa l’importanza, in termini di affiancamento all’essere umano. Un fattore fondamentale è fare formazione specifica e diffondere consapevolezza, lasciando la persona al centro. In altre parole, è necessario capire i bisogni delle organizzazioni e dei suoi addetti e procedere a una personalizzazione.
Un altro fattore di preoccupazione è la tutela della privacy, che procura ansia ai nostri Lettori.
A questo proposito Bianca de Teffé Erb, Senior Manager Deloitte, ci ha spiegato che Privacy e Intelligenza Artificiale rappresentano aspetti inscindibili, fortemente evocativi, ricchi di suggestioni e contrasti. A testimoniarlo, rimangono le diverse prese di posizione che, nel tempo, si sono succedute per regolamentare l’uso di tecnologie basate sull’analisi comportamentale, l’elaborazione di (meta) dati riferiti ad aspetti personali e alla vita delle persone, l’impego di sistemi per la profilazione, il monitoraggio e il rating reputazionale degli individui. Deloitte da parte sua ha sviluppato un proprio approccio progettuale sui principi del futuro AI Act.
Terminiamo il nostro primo approccio all’Intelligenza Artificiale con una affermazione di Filippo Finocchiaro, Partner Deloitte: “Le imprese italiane ritengono che l’intelligenza artificiale sia un fattore critico di successo per il proprio business. Tuttavia, per adottare con successo l’IA in azienda è necessario affrontare un percorso a ostacoli. È cruciale che le imprese definiscano un approccio strategico all’IA – integrato con la propria mission aziendale – basato su una strategia sui dati, un modello di governance e un insieme dei principi etici”.
A cura di Mauro Pecchenino
Direttore responsabile
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