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Giu 07, 2020 Lifestyle, Società
La vita di Ynés Mexia è un ottimo esempio di come non sia mai troppo tardi per trovare la propria vocazione.
La sua le si rivelò a 55 anni – dopo che la vita le ebbe messo davanti parecchie prove da superare – ed il suo contributo al mondo della botanica resta innegabile. Ynés nacque il 24 maggio del 1870 a Washington, D.C. Non trascorse un’infanzia felice, i suoi genitori divorziarono quando lei aveva tre anni: era il 1873 ed il padre, Enrique Mexia, diplomatico messicano nella città americana, decise di tornare nel suo paese natale mentre la madre, Sarah Wilmer, prese Ynés e altri sei bambini, nati da un precedente matrimonio, per trasferirsi nella Contea di Limestone nello Stato del Texas.
Qui, Mexía trascorse la sua fanciullezza e frequentò le scuole a Filadelfia e in Canada. A 15 anni studiò alla Saint Joseph’s Academy di Emmitsburg, nel Maryland e dopo aver terminato, si trasferì a Città del Messico, dove visse per 10 anni nella hacienda di famiglia prendendosi cura del padre, che morì nel 1896. Nei suoi piani futuri c’era quello di farsi suora, ma la volontà di suo padre stabiliva che se lo avesse fatto, sarebbe stata esclusa dall’eredità che condivideva con una «sorellastra». Ma non fu facile per le due sorelle ottenere la loro parte dei beni poiché dovettero far fronte alle continue richieste dell’amante del padre e di un altro fratellastro che reclamavano ognuno la propria parte di lascito.
Nauseata dalla famiglia, sposò nel 1897, il commerciante Herman de Laue, ma fu un matrimonio breve che terminò con la morte dell’uomo nel 1904. Anche la sua seconda unione, con D. Augustin Reygados, di 16 anni più giovane, naufragò con un divorzio nel 1908. Mentre viveva a San Francisco, per superare la separazione dal marito, e “rigenerare i nervi a pezzi”, prese l’abitudine di partecipare alle lunghe passeggiate ed escursioni organizzate dalla Sierra Club (la più antica e grande organizzazione ambientalista degli Stati Uniti, fondata il 28 maggio 1892 proprio a San Francisco da John Muir, ingegnere, naturalista e scrittore di origini scozzesi), le sole in grado di rasserenarla. Il suo interesse per la botanica fu così forte da spingerla ad iscriversi, nel 1921, a cinquantuno anni, alla facoltà di Scienze dell’università di Berkeley, frequentando lezioni con studenti universitari di 30 anni più giovani. Non si laureerà mai, ma dal 1922, anno in cui si unì ad una spedizione guidata dal professor E. L. Furlong, paleontologo di Berkeley, Ynés non smetterà di viaggiare e catalogare, scoprendo più di 500 nuove specie di piante, di cui 50 verranno nominate in suo onore.
Il 15 settembre del 1925 è l’anno della svolta: la troviamo nel Messico occidentale sotto la guida di Roxanna Ferris, botanica dell’Università di Stanford per una spedizione scientifica. Finalmente, aveva trovato lo scopo della sua vita: «Ho un lavoro, [dove] produco qualcosa di reale e duraturo». In Messico ebbe un incidente. Cadde da una scogliera e si ruppe le costole e, suo malgrado, dovette interrompere l’escursione, non prima però di aver scoperto la specie che prenderà il suo nome, la Mimosa Mexiae. Una volta guarita, decise di riprendere il viaggio, da sola, che durò due anni, e durante il quale raccolse più di 15 mila esemplari nel territorio messicano.
Organizzò altre spedizioni botaniche, molto spesso viaggiando in solitaria, in Messico, dove scoprì un nuovo genere di pianta, il Mexianthus, e in tutta l’America Latina, spingendosi nelle aree più remote dell’Argentina, del Brasile (nel 1929), della Bolivia, dell’Ecuador (nel 1934), e del Perù (nel 1935): viaggiò per circa 3000 miglia lungo il Rio delle Amazzoni, dal delta alla sua sorgente nelle Ande e rimase tre mesi con gli Awajún, un gruppo nativo della giungla peruviana. Raccolse anche in Alaska e nelle aree impervie degli Stati Uniti, diventando uno dei “cacciatori” di piante più abili del suo tempo. Tutte queste escursioni “per amore della botanica” vennero finanziate dalla vendita dei suoi esemplari a collezionisti e istituzioni, musei, organizzazioni, università.
Gli esemplari delle piante raccolte da Ynés furono distribuiti agli erbari degli Stati Uniti – in particolare molte sono conservate, oggi, nello Steere Herbarium di New York, nel Grey Herbarium (Università di Harvard) e nel Field Museum of Natural History di Chicago – e a quelli europei. Oltre a collezionare, Mexia scrisse una serie di articoli e tenne numerose conferenze durante le quali intratteneva il suo pubblico con le descrizioni delle sue mirabolanti avventure e dei suoi viaggi lontani. Il lavoro di raccolta e catalogazione della Mexía, numericamente più ricco rispetto a quello di Charles Darwin, offrì un inestimabile contributo alla ricerca scientifica mondiale sulle specie botaniche: nella sua carriera, Ynés raccolse più di 150.000 esemplari.
Era una donna indomita, dalla corazza dura, ricordata dai colleghi per la sua capacità di resistenza in condizioni difficili, nonché per la sua impulsività e personalità forte ma generosa, e per il suo lavoro scientifico meticoloso. Fu membro della California Botanical Society, del Sierra Club, dell’Audubon Association of the Pacific, della Sociedad Geografica de Lima, in Perù, ed era diventata membro a vita della California Academy of Sciences oltre ad essere ad essere membro onorario del Departamento Forestal y de Casa y Pesca del Messico.
Morì il 12 luglio 1938 a Berkeley, per un cancro ai polmoni, dopo essersi ammalata in un viaggio in Messico, la sua area di raccolta preferita.
Giovanna Scatena
(Giornalista professionista)
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