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Apr 20, 2020 Arte & Musica, Cultura
Lo specchio è simbolo del Sole di Iside che è bella in apparenza, ma con l’Io divino e il Sé superiore ancora più splendenti. La ricerca della bellezza è analoga alla ricerca del Graal, perché se non fosse celata e misteriosa, non sarebbe percepita. L’immagine riflessa rappresenta le nozze sacre tra l’incarnato e lo spirito di luce. Questo significa che il Cristo Velato è bello come Iside o Venere perché ha lo Spirito divino del femminino sacro in Sé e a guardarlo bene è molto femmineo. In origine, la scultura della Cappella di Sansevero non era posta al centro ma molto vicina alla dea velata (la Pudicizia velata) avvolta dal ramo di rose con ai piedi la coppa del Graal posizionata sulla sinistra del Cristo. Sulla destra era ed è raffigurata altra statua dove si vede un angelo bambino con una fiammella sulla testa ed un uomo che cerca di liberarsi da un velo che ha la forma di rete squarciata. (Il Disinganno) Matteo scrive che all’istante della morte di Cristo il velo si lacerò da un capo all’altro. Le due statue attualmente sono poste a sinistra e destra del Cristo velato come a formare una vav con la punta rivolta verso il basso, la cui punta è proprio il Cristo. Quindi le ultime tappe del percorso alchemico (le tre sculture sono quelle donate alla Cappella San Severo da Raimondo di Sangro, il grande alchimista e Maestro napoletano votato alle scienze e alle arti) sintetizzano il processo di trasformazione. Grazie quindi alla dea avvolta completamente dal velo simbolo di natura e della rosa mistica simbolo dei rosacruciani che il Cristo potrà attraverso la fiamma dello Spirito Santo liberarsi dalla rete dell’illusoria materia che si riflette nel velo/specchio e disvelare la sua immagine reale e quindi il suo vero Sé.
Dietro la statua del Cristo Velato sullo sfondo della cappella c’è un quadro scultoreo in cui si raffigurano il Cristo, la Maddalena che piange con la sua coppa che è il punto di unione di un cuore che la scultura crea attraverso i corpi dei due sposi. Sopra l’immagine della Maddalena c’è la V del vav ebraico simbolo di matrimonio, mentre ai piedi della coppia ritroviamo la roccia, l’albero con le radici, un monte ed un antro dove all’interno gli angeli reggono la Veronica: il velo con l’immagine del Cristo. E’ l’anima della pietra che si è fatta carne, come l’uomo che secondo la mitologia è argilla impastata con l’acqua che si coagula cristallizzando, come succede con le pietre. Questo potrebbe essere il processo alchemico studiato e riproposto da Raimondo di Sangro per la creazione del velo del Cristo che ancora stupisce sul come sia stato possibile realizzarlo.
In greco la parola velo ha la stessa origine della coppa dell’involucro, del bocciolo di rosa e del graal, ecco perché il Cristo velato è molto gracile quasi femmineo, poiché è lo spirito dentro la coppa che lo contiene e il dettaglio che disvela questa affermazione è la piega del risvolto del velo che lo avvolge che lascia intravedere un’altra presenza dissimulata: un orlo ricamato come i veli usualmente decorati per la dea della Sapienza. Quindi Lei è la parte segreta e l’essenza di Lui, l’unica mediatrice ed è per questo motivo che il Cristo è delicatamente bello. Sappiamo che dove ora sorge la Cappella San Severo è da sempre luogo mistico e di pellegrinaggi verso il culto della Grande Madre, non dimentichiamo che fu in origine un tempio dedicato a Iside. Vedremo come questa dèa è punto di ulteriore contatto tra le due opere.
Guardando con attenzione gli aspetti nascosti dell’opera di Michelangelo, in prossimità del petto e del cuore della Madonna sono nascoste due figure: un uomo ed una donna. L’uomo ha la barba ed ha il capo velato in veste sacerdotale e di autorità, all’interno della stessa barba che ha forma di cuore c’è una figura femminile anch’essa con il velo. Considerato quindi che il Cristo è più grande della Madre è molto probabile che le due figure scolpite non fossero madre e figlio ma piuttosto una coppia di sposi. Entrambe sono figure autorevoli per via del velo (simbolo di autorità temporale e spirituale) ma a guardare bene anche i due corpi scolpiti hanno in sé lo stesso messaggio: la mano destra del Cristo ha il segno della Vav ebraica che è simbolo di alleanza e dell’unione, anche se rovesciata, la mano sinistra è chiusa quindi c’è un segreto non rivelato e il pollice tocca l’anulare, il dito dell’unione coniugale. Il dettaglio simbolico sottile e manifesto è il piede destro dell’uomo che ha il malleolo più lungo, in segno di auctoritas legata all’origine ma anche la mano sinistra della Madonna ha l’indice della mano più lungo anch’essa quindi regale, anzi lo è ancora di più poiché la mano sinistra è legata al sovrannaturale mentre il piede è legato ad un’auctoritas terrena.
Come nel Cristo Velato anche la coppia di sposi nella Pietà ricrea l’unione mistica delle nozze sacre e quindi il ricomporre la materia e il suo ‘concetto’ nel blocco di marmo. Entrambi gli sposi riconoscono la Pietas romana, ovvero la divinità preposta al compimento del proprio dovere nei confronti dello Stato, della divinità e della famiglia.
Il Cristo del Buonarroti ha un dente in più: l’incisivo che è il simbolo del peccato ma per il mondo celtico avere un dente in più significava avere essenza divina pura.
Il suo corpo è gracile ed essendo per Michelangelo come per il Rinascimento tutto simbolico e credendo che l’uomo ha nella potenza delle sue forme il respiro universale, la soluzione del dilemma potrebbe richiamare il fatto che il soggetto scolpito fosse “Figlio di Uomo” e questo appellativo potrebbe essere riferito a Gesù cosi come si scrive nel Vangelo di Matteo, ma anche a Cesare che era un uomo non eccessivamente virile.
E’ noto come Roma accettò il Cristianesimo come religione dell’impero con Costantino, sulla base del fatto che Gesù era romano imperiale, come testimoniano i Mandei che parlano di “Cristo il romano.” Pertanto la donna potrebbe essere Maddalena indubbiamente legata all’Egitto, oppure il corpo di Cesare esanime tra le braccia di Cleopatra richiamando il fatto che la struttura della scultura è piramidale e sulla testa della Donna c’è un fregio creato con il velo che potrebbe rappresentare il terzo occhio o lo specchio tipico della dea egizia. Questo dettaglio fa si che anche il Cristo della Pietà è un lume perenne grazie al velo/ specchio presente sulla fronte della Madre/Iside che lo guarda.
Giuliana Poli
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