Ultimo Aggiornamento domenica 24 Novembre 2024, 4:40
Feb 12, 2010 Attualità, Italia
Il grido arriva da uomini di sport, di calcio.
Personaggi duri, ruvidi, diretti, che non hanno paura di dire ciò che pensano e di quelle che potrebbero essere le critiche o le reazioni alle loro affermazioni forti e decise, come un diretto del Tyson dei tempi migliori.
Pronti a stupire, spiazzare e a far discutere.
Josè Mourinho e Fabio Capello non vogliono sembrare simpatici, né tantomeno piacioni, sono fatti così, prendere o lasciare.
Partiamo da questi due allenatori di fama internazionale, professionisti vincenti, sia in Patria, sia all’estero.
Sono diversi gli elementi che accomunano lo Special One e Don Fabio ma, recentemente, dichiarazioni simili li legano a doppio filo.
Prima Mourinho accusava, dopo il derby vittorioso contro il Milan che il calcio italiano è vecchio e malgestito e che, fortunatamente, essendo lui straniero, lascerà l’Italia e il suo campionato malaticcio e che il problema sarà unicamente nostro che lo amiamo e seguiamo ogni anno con passione e sentimento.
Dopo, Capello rincarava la dose durante una lezione da lui tenuta all’Università di Parma, dove metteva in guardia il nostro Paese dai vizi atavici che da sempre ci contraddistinguono e che sembrano non volerci abbandonare mai, concludendo con un elogio a Paesi esteri come Spagna ed Inghilterra.
Ora la domanda da porsi è semplice e quantomeno imbarazzante…
Come mai chiunque arrivi dall’estero destinazione Italia ( Mourinho ) o chi lascia il Belpaese per lavorare oltreconfine ( Capello ), tende ad elogiare i paesi esteri , buttando, di contro, la croce sulla nostra povera Italia?
Dobbiamo ancora recitare il ruolo anacronistico di coloro i quali si offendono e buttano la testa sotto la sabbia come gli struzzi ( si proprio Struzzi…), ogniqualvolta critiche e picconate vengono rivolte al nostro Paese e alla nostra cultura?
Rimanendo in tema di calcio, cos’avrà mai fatto Mario Balotelli per meritarsi epiteti, insulti razzisti e frasi colorite dedicate a sua madre?
È forse una colpa essere un ragazzo nero, adottato da una coppia di bresciani che lo hanno cresciuto in Italia?
Non è italiano questo ragazzo? Perché no?
Perché dobbiamo sentire nel 2010 che forse sarebbe meglio se andasse a giocare in Premiere League. Cosa vuole sottintendere una cosa del genere?
Che nel Regno Unito c’è la cultura e la civiltà di considerare un giocatore nero, unicamente un calciatore da incitare e tifare, nel caso militi nel club di cui sono supporter, o da rispettare come avversario nel caso giochi contro la mia squadra del cuore?
E noi?
Non lo amiamo e non lo vogliamo in Nazionale, siate sinceri, cari Italiani.
Quanto siamo indietro noi italiani, ma quanto.
Non c’è peggior paura da quella creata dall’ignoranza.
Meditate gente, meditate.
Alfonso della Mura
happy wheelsNov 24, 2024 0
Nov 07, 2024 0
Nov 05, 2024 0
Nov 04, 2024 0
Giu 02, 2024 0
Feb 22, 2024 0
Ago 16, 2023 0
Giu 04, 2023 0