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Lug 10, 2019 Cultura, Teatro & Cinema
Quirino Cristiani il Primo ‘Disney’ Italiano
Per troppo tempo la storia del cinema ha ignorato uno dei più grandi autori di tutti i tempi. Si chiamava Quirino Cristiani. Il 9 novembre del 1917 Cristiani aveva prodotto il primo lungometraggio al mondo di disegni animati, anticipando tutti e precedendo di molti anni Walt Disney. Questo primo film d’animazione della storia si chiamava “El Apostol” ed era una satira politica sul Presidente argentino Yrigoyen. In Argentina, nel 1916, il Partito Conservatore aveva concluso il suo dominio ultratrentennale. Alle elezioni era risultato vincitore il Partito Radicale guidato da Hipòlito Yrigoyen. Il nuovo Presidente aveva promesso grandi riforme, dimostrando poi scarsa sensibilità nei confronti dei gravi problemi sociali della nazione. Venne soprannominato “Peludo”, cioè “scarmigliato”, sia per la sua scarsa cura personale, ma anche perché ritenuto dalla stampa “intellettualmente trascurabile”. Ispirato da queste considerazioni, nel 1931 Cristiani realizzava un altro capolavoro ed un altro primato: il primo lungometraggio animato sonoro, “Peludopolis”.
Uno dei più famosi storici e critici del cinema d’animazione, Giannalberto Bendazzi, ha “riscoperto” il grande artista nel 1980 ed ha pubblicato poi diversi libri sul personaggio e sulle sue opere, assegnandogli il posto che merita nella storia del cinema. Come è avvenuta la riscoperta di Quirino Cristiani? Giannalberto Bendazzi nel libro “Topolino e poi”, edito da Il Formichiere nel 1978, accennava ai pionieri argentini del cinema d’animazione e, tra questi, al disegnatore Quirino Cristiani. Grazie a Paolo Pulina, dirigente dell’Ufficio Cultura e Istruzione della Provincia di Pavia, che mi aveva segnalato il libro e mi aveva messo in contatto con Bendazzi, ho fornito la prova certa, cioè l’atto di nascita, dimostrando che il Quirino Cristiani argentino di cui parlava il critico, era in realtà un cittadino italiano, nato a Santa Giuletta, un Comune nel centro dell’Oltrepò Pavese. Avevo trovato l’atto nell’archivio del mio Comune, dove ero Sindaco da oltre sei anni. Nell’atto citato, il padre, Luigi Cristiani, aveva denunciato la nascita di Quirino il 2 luglio del 1896. Luigi era allora segretario comunale proprio di Santa Giuletta ed abitava nelle stanze del Palazzo del Comune. Dal carteggio dell’archivio comunale avevo scoperto che Luigi Cristiani aveva avuto contrasti con l’Amministrazione Comunale che lo aveva licenziato, liquidandogli le competenze dovute. Nel 1900 La famiglia Cristiani (padre, madre e cinque figli), dopo un breve soggiorno a Pavia, era partita a cercar fortuna in Argentina, intraprendendo un lungo e periglioso viaggio in nave, da Genova a Buenos Aires, dove Luigi Cristiani sarebbe diventato amministratore dell’Ospedale locale.
Così il piccolo Quirino, convinto di andare a “scoprire gli indiani”, arrivò a Buenos Aires, che allora era già un centro commerciale e industriale nel pieno del boom economico, carico di promesse per i molti immigrati italiani di allora. Il padre lo voleva medico, ma lui era insofferente alla Scuola e così, forte della sua passione giovanile per il disegno, si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti, dove ebbe modo di sviluppare il suo umorismo, la sua vena ironica e dissacrante.
Ben presto iniziò a lavorare per Federico Valle, un regista italiano di origine astigiana, anche lui immigrato in Argentina, collaboratore dei fratelli Lumière, noto per aver ideato il primo cinegiornale argentino. Proprio Valle stava cercando un disegnatore di vignette satiriche. Negli studi del regista, Quirino cominciò la sua luminosa carriera di vignettista e disegnatore di cartoni animati.
Nel 1916 realizzò la sua prima pellicola, “La intervencion”, un resoconto colorito della visita nella capitale argentina del presidente Yrigoyen. Il filmato ebbe un grande successo di pubblico e grazie a questo Cristiani si mise subito all’opera per creare quello che sarebbe rimasta la sua opera più famosa, il già citato “El Apostol”, il primo lungometraggio animato della storia del cinema, dove il Presidente Yrigoyen veniva raffigurato come novello Giove che scagliava i suoi fulmini sulla corrotta Buenos Aires. Per realizzare il film Cristiani aveva ritagliato dei disegni su cartoncini tenuti insieme da un punto dato con filo di refe, che permetteva di snodare a piacere la figura e li aveva posati sul terrazzo della sua abitazione; al di sopra, in verticale, era posata una primitiva macchina da presa “Urban”. Cristiani muoveva le figure e dava un giro di manovella, imprimendo un fotogramma e così via, fotogramma per fotogramma, realizzò il film. Si trattava di un lavoro immane, dovendo disegnare migliaia e migliaia di fogli e di filmare migliaia e migliaia di fotogrammi: tutto un lavoro artigianale prodotto a mano.
Con la Prima Guerra Mondiale per Cristiani cominciarono i problemi; la sua nuova opera, “Sin dejar rostros” (1918), che era una satira sul conflitto mondiale e sulla situazione interna argentina, fu confiscata e distrutta dagli Affari Interni. Non finì in prigione, ma perse quasi tutti i suoi soldi e per mantenere la moglie e i due figli piccoli cominciò a svolgere mestieri più umili, come il disegnatore di innocue vignette satiriche e il proiezionista ambulante a pagamento di pellicole, come i corti di Chaplin e alcune pubblicità da lui stesso disegnate, trovando il calore e l’affetto del suo pubblico che non lo avrebbe mai abbandonato. Cristiani lavorò ad una prolifica serie di cortometraggi: famosi incontri di pugilato, come “Firpo-Dempsey” (1923) e “Firpo-Brennan” (1923); il racconto del principe Umberto erede al trono in visita in Argentina, “Humberto de Garufa” (cioè Umberto di gozzoviglia, 1924); “Uruguayos Forever” (1924) ricordo dei calciatori uruguayani vincitori delle Olimpiadi del 1924, proiettato a Montevideo con grande successo di pubblico. Nello stesso periodo realizzò filmati a carattere divulgativo e tecnico sui lavori per l’ampliamento del porto di Buenos Aires e sulla tecnica operatoria di due chirurghi di fama mondiale dai titoli “Gastrotomia” e “Rhinoplastia” (1925), acquistati dall’Università Sorbona di Parigi, come opere scientifiche di alto livello.
In questo periodo Cristiani disegnava, animava e dirigeva i suoi film, ma ne era diventato anche produttore nello studio che aveva creato nella calle Lavalle e cominciò a produrre diversi film animati per la pubblicità, commissionati da grandi ditte. Nel 1927 fu nominato art director del servizio pubblicità della Metro Golden Mayer argentina, per produrre manifesti che annunciavano nuovi film in arrivo. Questa nuova attività lo costrinse ad abbandonare la collaborazione con i maggiori giornali, dove inviava regolarmente disegni e vignette. Poi Cristiani divenne un vero e proprio imprenditore del cinema, lavorando per le case cinematografiche estere che gli mandavano le copie “lavander” dei loro film, trasformate in “internegativi” e da queste prodotte in copie da distribuire. Accanto a questo lavoro avviò la traduzione dei dialoghi e la loro impressione, in forma di sottotitoli, sulle copie stesse e produsse diversi cinegiornali. Nel 1939 realizzò il “Mono Relojero”, un film d’animazione che può essere accostato alle storie fiabesche disneyane: si trattava di una scimmietta orologiaio che combinava disastri in una elegante gioielleria. Il film ottenne il primo premio del Municipio di Buenos Aires.
Nel 1941 il disegnatore incontrò Walt Disney, impegnato nella promozione in Argentina del suo film “Fantasia”. Disney, impressionato dal suo lavoro, gli offrì di lavorare per lui come direttore d’animazione. Cristiani, pur ammirando il lavoro del collega americano, ne fu molto onorato, ma rifiutò l’offerta per non lasciare quella che ormai considerava la sua seconda patria, il suo “buen ritiro” e mandò negli Stati Uniti un suo collaboratore. (Continua…)
Carlo Bolognesi
(Sociologo)
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