Londra, la via per il mondo

Dic 19, 2016 L'editoriale

Dopo Roma e Milano passiamo alla capitale del Regno Unito, che più di ogni altra (a parte NYC) ha respiro internazionale, mondiale. Passeggiamo per quattro giorni in assoluta libertà, passando da una zona all’altra, senza una meta precisa e aiutandoci con la metropolitana, vista l’ampiezza della città. Conosco e vivo Londra, fin da quando bambino, venni qui a imparare una lingua che i miei genitori ritenevano importante per la mia vita e che mi avevano fatto già conoscere, a cinque anni. Per me Londra è la mia città fuori d’Italia, il luogo dove ho imparato tanto, che mi ha insegnato tanto e dove mi sono formato. La città è quella di sempre: colorata, piena di razze diverse, piena di musica, di gente e con tante contraddizioni. Negli ultimi anni ha subito come tutti una grave crisi e si vede. C’è stata anche la cosiddetta Brexit, che ha lasciato molto Inglesi attoniti e disarmati. C’è più sporcizia, meno welfare, più superficialità. Tanti giovani e non solo, dormono negli anfratti delle vie, molti manifestano per strada, per protestare per la mancanza di lavoro. Londra è una vera città liberale e chi ha qualcosa da dire si mette in un angolo e dice le sue ragioni. Alcuni ascoltano, altri passano indifferenti. La città però funziona, mantiene il senso del futuro, di andare avanti, che si percepisce in tutto. E’ una città dove inizia tutto: le idee, l’arte, la moda, la cultura, il design, tutto parte da qui e poi gli altri si ispirano, copiano, mediano. E’ sempre stato così. Stare a Londra, viverla dall’interno, in mezzo agli Inglesi che vivono tutti fuori e, nel cuore della città, sembrano sovrastati da Indiani, Pachistani, Giamaicani, Cinesi, Italiani urlanti e come sempre poco educati, dà il senso del futuro, dell’evoluzione, del mondo che vive. Qui ci sono tanti problemi e contraddizioni, ma Londra rimane una città che guida il mondo, in molte sue sfumature e realtà.

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