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Dic 06, 2009 Cosa bolle in Pentola
Intrecciando dati OCSE, stime dell’Unione Europea, valutazioni del Ministro dell’economia in carica e le svariate preoccupazioni del leader del maggior partito d’opposizione, non riusciamo, anche con tutta la nostra buona volontà, a definire un quadro delineato dello scenario in cui versa il nostro Paese.
Fate parte di coloro che si schierano tra i pessimisti – catastrofisti, oppure vi potete definire moderatamente ottimisti o, ancora, siete tra quelli che gli altri vedono come degli inguaribili sognatori più forti di tutto e di tutti, pronti a spiegare le vele verso un futuro radioso e ricco di soddisfazioni?
La geografia degli umori oggi è varia, vulnerabile e sempre pronta ad essere influenzata da fattori di qualsiasi tipo, quindi tutti all’erta e pronti ad interrogarsi su chi davvero avrà ragione nel prevedere come si delineeranno le nuove prospettive future.
Intanto il mondo del cinema italiano segna un dato oggettivo: non è in crisi.
Dopo diverse stagioni in cui ci si preoccupava molto sul suo stato di salute è fondamentale sottolineare come, negli ultimi 2 anni, così difficili per l’intero sistema economico mondiale, la crisi non abbia comunque intaccato la creatività e il valore di diverse pellicole prodotte dal nostro cinema con titoli che si sono fatti apprezzare e che hanno trovato giudizi favorevoli da parte della critica e non solo italiana.
“Il divo” di Sorrentino, per esempio, che racconta la vita di Giulio Andreotti e della sua lunghissima storia politica, personaggio imperscrutabile e dai mille risvolti, sovente oscuri, con un incisivo Toni Servillo. “Caos Calmo” di Antonello Grimaldi, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, con Nanni Moretti nella veste di attore e poi “Gomorra” di Matteo Garrone, tratto dal best seller di Roberto Saviano. E ancora:“Il papà di Giovanna” di Pupi Avati, con la notevole interpretazione di Silvio Orlando, grazie a questo film, vincitore a Venezia della prestigiosa Coppa Volpi. Tutti film belli, ben costruiti, indiscutibili.
Sovente il cinema italiano ha saputo rappresentare al meglio la situazione in cui vive il nostro Paese e in pellicole come: “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì, ambientato in un call-centre, luogo di impiego di tanti neolaureati che, non trovando occupazioni in linea con i propri studi accademici, si ritrovano a dover accettare e convivere con situazioni professionali e umane…molto particolari. Ricordate Sabrina Ferilli, che incita il gruppo delle telefoniste a dare il massimo?
Nel 2009 anche il film “Generazione 1000 Euro” di Massimo Venier fotografa in maniera impietosa la triste situazione attuale, anche se il film del 2004: “Volevo solo dormirle addosso” di Eugenio Cappuccio, aveva già fatto da precursore di questi tempi grami.
Come è noto, nel film, un giovane formatore di nome Pressi, interpretato da Giorgio Pasotti viene incaricato da una multinazionale francese di tagliare almeno il trenta per cento del personale, a risultato raggiunto lo stesso avrebbe ottenuto un premio di produzione. Ecco come un giovane in carriera si trova nel difficile ed antipatico compito di licenziare persone, in uno scontro generazionale e di ruoli ancora oggi molto attuale.
Giuseppe Tornatore con il suo “Baaria” ha dato un ulteriore dimostrazione di come sia un regista profondamente discusso, ma di indubbie capacità narrative, soprattutto quando si tratta di raccontare le vicende del suo paese natale, Bagheria appunto.
Marco Risi invece, ricorda una figura di giornalista, quella di Giancarlo Siani, ventiseienne napoletano, praticante presso la redazione del quotidiano “Il Mattino”. La sua ( breve ) vita, le sue (tante) inchieste, su intrecci tra affari, politica e camorra, gli costano la vita a causa della sua proverbiale capacità giornalistica ed investigativa, in un binomio che tanto infastidiva i potenti dell’epoca e li infastidirebbe anche ora.
Per concludere, citiamo il film: “La doppia ora”, per la regia di Giuseppe Capotondi, in cui oltre ad una storia narrativa originale e coinvolgente, spicca una giovane e brava attrice russa Ksenija Rappoport, che proprio grazie a questa interpretazione è stata premiata con la coppa Volpi.
Il cinema italiano dunque è in controtendenza e, grazie ad un suo film, premia e fa salire alle luci della ribalta un’attrice russa, di indubbio talento.
Finalmente stiamo diventando più internazionali?
Almeno il nostro cinema la ripresa la sta assaporando…
Isabella Cammarano
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