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Giu 02, 2009 Attualità, Italia
C’era una volta il mercato tradizionale e, nessun settore, oggi è immune dai cambiamenti epocali che si stanno verificando.
Il mercato automobilistico è stato sempre contraddistinto da industrie singole provenienti da un Paese ben definito.
La Gran Bretagna vantava tra i suoi marchi la Rover ( oggi quasi sparita ), la Spagna aveva Seat ( ora Gruppo Volkswagen ), la Francia ancora oggi può fregiarsi di marchi storici come Renault, Peugeot, Citroen.
La Germania, che in Europa ha sempre fatto la parte del leone nel mercato automobilistico, annovera tra i suoi marchi: Opel, Volkswagen, Audi, Bmw, Mercedes, Porsche eccetera.
Il Giappone anch’esso rappresenta con la sua industria automobilistica una fetta importante del mercato, con marchi come Toyota, Nissan e Honda.
Infine l’Italia, con Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Maserati, Ferrari è da considerare tra le più importanti industrie automobilistiche a livello mondiale.
Anche gli Stati Uniti con marchi come Buick, Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Corvette, Dodge, Ford sono un vero e proprio colosso di questo settore.
Oggi in un mercato sempre più globale, anche le Aziende devono unirsi tra di loro per creare grandi Gruppi automobilistici in grado di competere in maniera strategica con le sfide che si devono affrontare in un mercato sempre più concorrenziale e globalizzato.
Vanno analizzate sotto quest’aspetto le nuove acquisizione di Fiat Group prima in Alfa Romeo, Lancia, Maserati e Ferrari e, di poco tempo fa, dell’americana Chrysler.
Ma in concreto cosa succederà, per esempio, nelle strade immense dell’America, dopo il matrimonio Fiat – Chrysler?
Vedremo una Grande Punto o la “cool” 500 e la sua sagoma inconfondibile, attraversare le street di New York, sfrecciando, magari sorpassando limousine ingombranti e poco agili nel traffico della grande Mela?
Oppure le sportive così “assetate” di carburante saranno sostituite da una piccola Panda, che sappia dare respiro al portafogli, non più a fisarmonica, dell’automobilista americano?
Tutto questo magari anche grazie ad auto piccole, agili, grintose e dalle buone prestazioni, ma parche nei consumi ed attente all’ambiente, così come richiesto da Obama per le nuove auto del futuro?
Sarebbe davvero molto interessante verificare on the road, il cambiamento epocale che potrebbe verificarsi nello scenario della grande America, post crisi economica, fatta di attenzione ai consumi, al risparmio e di lotta agli sprechi.
Anche la crisi porta a nuovi insegnamenti e, di logica, a nuovi stili di vita.
Alfonso della Mura
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