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Mag 31, 2016 L'editoriale
Sono molto scosso dal leggere di quella giovane donna con gli occhi e i capelli chiare bruciata viva a Roma, da un delinquente che diceva di amarla. Povera stellina, con gli occhi aperti e stupiti sul mondo e se li è visti chiudere da un essere immondo che non conosce vita e rispetto. E sono ancora più colpito dal numero continuo di episodi come questo, più o meno cruenti. Mi viene da piangere e urlare: Perché? Che pseudouomini abbiamo cresciuto, nutrito, formato, in questi anni. Gente che non sa superare una rottura, che sa solo distruggere, per sentirsi qualcuno. Esseri senza nulla, vuoti, sporchi, fetenti. Pseudouomini che non capiscono, che con una donna bisogna condividere, almeno un pezzo di vita. E tutte, in modo particolare le storie che ci hanno fatto fremere, godere soffrire vedere la luce, poi finiscono, è normale, è giusto che sia così. Più una storia di coppia è importante e più è normale che finisca. Nulla dura in eterno, diffidare delle storie infinite, sono sinonimo di dipendenza, bisogno, mancanza di libertà. Quando una storia di coppia finisce c’è sofferenza, è giusto, fisiologico che sia così. Ma è anche sinonimo di ripresa, di qualcosa che ricomincia e riparte. Ogni storia è diversa, ogni volta è nuova, anche se sembra di fare sempre le stesse cose. Quando un uomo entra in una donna e viceversa è una storia differente nuova, con gesti, parole, palpiti e fremiti, che sembrano ripetersi, ma sono invece nuovi. L’amore e la coppia sono novità, sempre. Amare significa essere bambini, adulti, ingenui e consapevoli, non delinquenti.
A presto. See you soon. A la prochaine
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