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Apr 19, 2016 Attualità, World Wide
Londra
Vivere la capitale inglese cercando di capire come la città sente questi periodi di tensione non è impresa facile, perché in apparenza la metropoli sembra sempre non perdere mai il suo stile, una via di mezzo tra austerità e prorompente modernità.
Fa parte del DNA di Londra guardare sempre al futuro, facendo (quasi) finta di non accorgersi di ciò che di brutto e tragico accade nel mondo.
Ci viene spontaneo iniziare il nostro giro tra le vie della capitale, per registrare qualche impressione di chi vi abita abitualmente, da Piccadilly Circus, la piazza cuore della metropoli dove si concentra la vita sia turistica, sia locale. Qui sembra tutto normale, fiumi di persone escono dalla metropolitana e si riversano sulla piazza e le strade limitrofe. I negozietti di souvenir pullulano di visitatori e curiosi, difficile capire se vendono qualcosa.
Ci spostiamo in zona Hyde Park e anche qui tutto sembra procedere con i soliti ritmi. Avviciniamo un gruppo dove ci sono giovani e anziani. Alcuni vengono da Londra altri dal nord. Ci rispondono così, più o meno in coro:” C’è una gran paura in giro, in modo particolare quando si va in metropolitana, la città però è controllata e questo ci tranquillizza. Vogliamo continuare la nostra vita, anyway”.
In effetti, nelle arterie principali e nelle vie più note della città ci sono tanti uomini armati che danno una certa sicurezza, ma appena ci spostiamo a Notting Hill o nella sempre à la page Shoreditch la musica cambia. In queste due parti di Londra i controlli sono molto più rarefatti e casuali. Sentiamo cosa dice la gente: “Credo sia impossibile controllare tutto”, afferma James, clerk quarantenne, ” la città è grande e le possibilità di fare del male alle persone è ancora più grande”. Susan, mamma di circa trent’anni, sostiene: “Io ho un figlio piccolo e da un po’ di tempo faccio fatica ad andare con lui al parco. Sono sempre agitata e la vita si è complicata”.
Per un’ulteriore verifica, andiamo nella zona Kew Gardens, al sud della città. Qui ad eccezione della zona intorno all’ingresso dei giardini, non vediamo forze dell’Ordine. Le persone camminano veloci e non hanno voglia di parlare. Georgy si ferma e dice:” Il pericolo del terrorismo è continuo, bisogna rendersene conto. Però non è possibile stare chiusi in casa. Bisogna in qualche modo reagire. Io credo sia anche una questione di fortuna, bisogna far anche un po’ finta di niente”.
Londra a noi sembra cambiata, più timorosa, più chiusa in se stessa e questo è il cambiamento più evidente, per la metropoli più open minded del mondo, insieme a New York.
Mauro Pecchenino
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